Le recensioni di Bruno Elpis
Pasolini di Davide Toffolo (i-libri)
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Nella graphic novel intitolata “Pasolini”, Davide Toffolo immagina di incontrare il poeta (o un suo alter ego) nel 2002, per un’intervista (“Io sono uno di quelli che non amano, anzi detestano essere intervistati. Non mi rifiuto di concedere interviste per pura debolezza…”).
La metafisica intervista avviene in tre tappe: Versuta, Bologna e Ostia.
Poi Davide ripara sull’Etna e infine al Prado di Madrid.
Durante la tappa friulana, si delinea la poetica anti-borghese dello scrittore (“La mia produzione è segnata da un istintivo e profondo odio contro lo stato in cui vivo… Naturalmente con l’odio non si fa nulla… Ho rapporti o con il popolo o con gli intellettuali perché la cultura media è orribile e omologata”).
Amado mio di Pier Paolo Pasolini (i-libri)
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Il volume include due opere giovanili di Pier Paolo Pasolini: la prima, Atti impuri, è appena sbozzata e non ha ricevuto dall’autore una forma definitiva; la seconda, Amado mio, è più strutturata e coerente.
Atti impuri
In tempo di guerra (“Due continui pericoli, veramente ossessivi, dei tedeschi e dei bombardamenti”) Paolo (“Ho venticinque anni, l’età in cui Gozzano disse addio alla giovinezza…”) è sfollato a Viluta (“Eravamo esiliati in un borgo perso tra i campi, è vero, ma non troppo lontano però dalla stazione di Castiglione e dal ponte sul Tagliamento”) con la madre. Lì improvvisa una scuola e il contatto con i ragazzini infiamma i sentimenti del giovane (“Quelle linee affascinanti che costruiscono una bellezza efebica, dalla curva delle labbra ai complessi disegni del grembo e dei fianchi…”).
L’amicizia con Dina potrebbe offrire una copertura (“Un giorno, quando già sapeva tutto, giunse a propormi di divenire il mio schermo contro le dicerie della gente”) dell’interesse omoerotico che il giovane maestro indirizza sugli allievi.
Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee (i-libri)
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Chi ha paura di Virginia Woolf? Per rispondere a questa domandaEdward Albee impiega tre atti.
I – Giochi e divertimento
Martha e George ospitano a casa loro Honey e Nick. George e Nick sono accademici (“Per chi insegna in un’università, ci sono cose più comode che l’aver preso in moglie la figlia del preside di questa università”), ma dopo pochi minuti gli anfitrioni stupiscono i loro ospiti mettendo a nudo conflitti (“Martha e io ci limitiamo… a calpestare quel tanto di personalità che ci resta”) e segreti della vita coniugale (Honey: “Fino a un minuto fa non sapevo che aveste un figlio”).
Dopo qualche tentativo di difesa (Nick: “Ma le sarei grat0o se non parlasse così davanti a mia moglie”), la conflittualità raggiunge toni accesi (“Un incontro di pugilato? Voi due?”), senza esclusione di colpi (“C’era la guerra e Papà pensò che tutti gli uomini dovessero imparare il pugilato”) e con la teatralità che merita (“George imbraccia una carabina che teneva dietro la schiena e la punta contro la nuca di Martha. Honey strilla e si alza… George preme il grilletto… Dalla canna della carabina esce un gran parasole cinese rosso e giallo”).
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La disubbidienza di Alberto Moravia (i-libri)
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Adolescenza, età della ribellione (“Un’età… in cui la sensibilità è sveglia e la coscienza ancora assopita”).
Per qualcuno la rivolta ha un oggetto specifico.
Per il quindicenne Luca Mansi, la protesta è multidirezionale e si esprime in una formula: “La disubbidienza” analizzata da Alberto Moravia.
Le dinamiche in atto (“In quel tempo era soggetto a rabbie improvvise e furie durante le quali il suo corpo, già così stremato, pareva bruciare le poche forze che gli restavano in parossismi di rivolta e di odio”) hanno alcuni prodromi: un pianto inconsulto causato da una scossa elettrica, l’estromissione del cibo dopo un viaggio in treno.
Poi si afferma l’idea della disubbidienza, un processo (“La sua rabbia… Come se avesse avvertito l’inanità della violenza, essa si trasformò improvvisamente in una volontà di rinunzia e di abdicazione”) che risponde a principi propri (“Forse, riprendendo a disubbidire su un piano più logico e più alto, egli non faceva che ritrovare un atteggiamento nativo e perduto”). E se l’adolescente, in genere, manifesta la ribellione in un atteggiamento specifico (rifiuto della scuola, contestazione dei genitori, disturbo alimentare o altro attentato contro l’incolumità), Luca si scaglia contro i simboli borghesi. Tutti, nessuno escluso.