Le recensioni di Bruno Elpis
Un tango sulla Senna e altre piccole gioie di questo mondo (i-libri)
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“Un tango sulla Senna e altre piccole gioie di questo mondo”: microracconti di Philippe Delerm che colgono momenti (”Sì, la vita è una commedia leggera, con le sue gag, molte beffe in società e un pizzico di solitudine”), luoghi (L’area picnic: “L’asepsi del paesaggio, il vuoto dell’istante suscitano inaspettatamente una sensazione profonda di esistere”) e stati d’animo (“Ci sentiamo talmente pervasi , abitati nell’intimo da questa realtà che credevamo di poter disprezzare”).
Parigi la fa da padrona (Buon Natale: “In questa bancarella di anticaglie all’aperto”) con i suoi angoli e particolari (I lucchetti sono d’oro: “Alcuni lucchetti sparsi sul parapetto del Pont des Arts… Sulla Senna, che scorre senza mai prosciugarsi, lontano dal pont Mirabeau, dalla malinconia di Apollinaire”) che creano atmosfere e nostalgie (“Siamo di nuovo qui, dopo tanti anni. Il sorriso che ci sale sulle labbra è quello del tempo che non esiste. Tutto il contrario della nostalgia. Siamo rimasti intatti, tondi come la pallina rossa di Natale, ugualmente abbagliati”), attitudini (“Poi in pochi anni i lucchetti hanno invaso tutto”) e prospettive (“Tutti i messaggi contigui disegnano una barriera d’oro, un arco sul fiume…”).
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La follia di Adolfo di Carlo. A. Martigli (i-libri)
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È un Carlo A. Martigli anche alla ricerca delle proprie origini l’autore de “La follia di Adolfo”, una storia che parte dallo stimolo di meglio identificare “quale coacervo di pulsioni sessuali, ideologiche, familiari e letterarie si agitassero allora dentro di me. E che a volte si mescolavano tra di loro… dandomi brividi di ebbrezza alcolica nel leggere Eros e civiltà di Marcuse”.
Carlo si reca a Navacchio (“Eccomi in viaggio, con l’auto paterna, verso Navacchio, dove da cinquecento anni si trovava la villa di famiglia che ormai apparteneva ad altri”) e da lì parte una ricerca che non è soltanto araldica (“Da un chiodo di ferro battuto staccai lo stemma di famiglia. Uno scudo con tre artigli d’argento in campo d’oro. Tre artigli, quelli che aveva usato un certo Paolo, nella metà del Trecento, dando vita al cognome M’artigli, il patronimico”), ma vera e propria incursione nelle vite degli antenati, i due fratelli Pietro e Adolfo (“Quella era la vita. Bastava nascere primo o secondo e tutto cambiava: al primo figlio onori e oneri, al secondo la libertà di fare come gli pareva. Se si era ricchi, beninteso”): il primo patriarca razionale e partecipe della vita nobiliare del primo novecento, il secondo scapestrato, dissoluto, dilapidatore…
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La disubbidienza di Alberto Moravia (qlibri)
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Una volontà di rinunzia e di abdicazione
Dopo Agostino (1943), Alberto Moravia torna a occuparsi dell’adolescenza ne “La disubbidienza” (1948).
Di fronte al giovane protagonista si spalanca il disagio del cambiamento in atto, che egli interpreta attraverso la disubbidienza (“La sua rabbia… Come se avesse avvertito l’inanità della violenza, essa si trasformò improvvisamente in una volontà di rinunzia e di abdicazione”), una reazione al tempo stesso spontanea e ragionata (“Forse, riprendendo a disubbidire su un piano più logico e più alto, egli non faceva che ritrovare un atteggiamento nativo e perduto”). Un processo che investe ogni dimensione vitale: la scuola; i genitori (“E voi perché mi avete fatto pregare tanti anni inginocchiato davanti il vostro denaro?”); il senso della proprietà e del possesso; il denaro, feticcio della società borghese. Infine la stessa vita (“Ora si era attaccato all’ultima parte del piano: la morte fisica”).
“Non mangiare: comprese ad un tratto che questa, fra tutte le disubbidienze, era la più grave, la più radicale, quella che maggiormente intaccava l’autorità familiare.”
La ragazza di Brooklyn di Guillaume Musso (qlibri)
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Volere ci consuma e potere ci distrugge
Guillaume Musso ha ormai detto addio ai drammi psicologici proposti in confezione fantasy e si omologa al poliziesco. La ragazza di Brooklyn ne è la riprova.
La storia è complicatissima (“La foto dei tre cadaveri carbonizzati, la sacca piena zeppa di banconote, i falsi documenti, la doppia vita di Anna”), diciamo soltanto che Raphael, ragazzo-padre e scrittore affermato, in tre-quattro giorni si fa Parigi-New York con bimbo al seguito sulle tracce dell’amata, che è fuggita e poi è stata rapita, ha un orrore nel passato e ha cercato di dissimulare la tragedia cambiando identità…
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