Le recensioni di Bruno Elpis
Chirù di Michela Murgia (i-libri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
Chirù è il deuteragonista dell’ultimo romanzo di Michela Murgia. La protagonista rimane lei, Eleonora, attrice quarantenne che accetta di essere maestra di Chirù, violinista che rimane in ombra tanto nel talento quanto nelle velleità e nella spontaneità.
Perché Eleonora è una presenza ingombrante per il passato tragico di figlia che ha patito i soprusi di un padre violento (“In ogni famiglia c’è un membro che orienta il clima emotivo di tutti gli altri”) e di maestra che tra gli allievi annovera il suicida Nin; per il presente impegnativo (“C’è qualcosa che distingue un’infelicità qualunque, intendo quella che ti fa il vuoto intorno… dall’infelicità speciale, che è una forma di espressione spesso più attraente di certe felicità”) di persona che ha scelto la solitudine come condizione ribelle (“Ero stata capace di mandare in pezzi rapporti consolidati per dimostrare a me stessa che non avevo bisogno di nessuno per sentirmi intera”); per il futuro aperto a ogni prospettiva di artista e di donna.
Tra Cagliari, la Svezia, Praga e Firenze, Eleonora impartisce a Chirù un’educazione non soltanto sentimentale (“Se organizzi i tuoi affetti per classifiche…”): esistenziale, musicale, vitale. Fino a un finale romano al Caffè delle Arti con vista su Villa Borghese nel quale s’intravedono il dinamico punto d’arrivo di Eleonora, l’ambivalenza ambiziosa di Chirù.
Lo stile di Michela Murgia è intessuto di aforismi (“È sempre la dose che fa il veleno”) e di ossimori (“Una famiglia è il posto dove essere sangue del sangue significa essere l’uno la ferita dell’altro”), è paragrafato in tappe che non sono capitoli ma lezioni (“Tutte le relazioni sono sentimentali, Chirù”) ed è animato da una spettacolarizzazione dei dialoghi sempre arricchiti da retropensieri (“Se non si vuole rischiare di diventare sgradevoli con persone che non si conoscono non si parla di sesso né di soldi, di religione, di politica e di morte”) e psicologismi taglienti.
Bruno Elpis