Le recensioni di Bruno Elpis
Dove porta la neve di Matteo Righetto (qlibri)
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Nol na disgrazia ke no sie in?a na grazia.
Dove porta la neve?
Nel racconto di Matteo Righetto, porta a provare sentimenti. Attraverso tre personaggi.
Dove porta la neve?
Porta Nora (“Ho amato la neve fino al 1951”) – la mamma di Carlo – a sfoderare la sua forza di “montanara” in una sfida per l’affermazione di un sogno. E a rievocare questa sfida sul letto di morte.
Dove porta la neve?
Porta Carlo – quarantottenne rimasto bambino (“Io ho una terza copia del cromosoma 21. Non te n’eri accorto?”) – al viaggio verso una Lapponia immaginaria, per conquistare un regalo per la mamma.
Riccardin dal ciuffo di Amélie Nothomb (i-libri)
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Amélie Nothomb riedita Riccardin dal ciuffo, la fiaba di Perrault che – per dirla con Hegel – riguarda la tesi del brutto, l’antitesi del bello (o viceversa), il superamento dell’antinomia bello-brutto grazie all’amore, o per dirla con la stessa autrice: “Perrault… vuole liberare entrambi da una maledizione assurda per donare loro l’assurda felicità dell’amore che ognuno di noi si merita”.
La trama è nota: Riccardin dal ciuffo/ Deodato è – brutto da dirsi e scusate la ripetizione – brutto come il peccato (“Sembrava un vecchio appena nato: grinzoso, gli occhi semichiusi, la bocca infossata, in altre parole era ripugnante”), ma d’intelligenza rara e sopraffina (“Il bambino possedeva quella superiore forma d’intelligenza che si potrebbe chiamare il senso dell’altro”). E sull’ intelligenza Amélie ha un’idea chiara (“Le persone intelligenti che non sviluppano questo accesso all’altro diventano, nel senso etimologico del termine, degli idioti: essere centrati su sé stessi”), che personalmente condivido e sottoscrivo pienamente.
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Sempre più vicino di Raul Montanari (i-libri)
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Sempre più vicino di Raul Montanari - Pensieri fulminanti. Ambientazione fluviale. Razionalismo? Psicologismo? Il vil denaro. Madre assente, padre ingombrante. Generazione anni ’90. Milano. Come Marcel Proust. I nostri rimandi e link a opere precedenti, le sue playlist.
Dietro e dentro i personaggi di “Sempre più vicino” – il puro Valerio, l’amico Simon, Elena l’architetto fetish dalla voce sbagliata (“Non sei in vena di torture, vuoi che lo facciamo vaniglia”), la bella ed enigmatica Viola, RicVelardi(“«Raffreddore o allergia?» chiese, alludendo allo strano tic. «Setto nasale deviato», rispose l’altro, tristemente”) - c’è Raul Montanari, l’autore che abbiamo conosciuto nei romanzi pubblicati in questi anni . Con i suoi pensieri fulminanti (“Un uomo che non ha niente da perdere è avvantaggiato sugli altri… ma un uomo che non ha niente da guadagnare è addirittura invulnerabile”) in una storia mistery dal sottofondo esistenzialista (“Sapeva cosa avrebbe detto a Viola, forse, se ne avesse avuto il tempo. «Manchi tanto nel mio passato», le avrebbe detto”).
Nel momento di Andrea De Carlo (qlibri)
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Stare nel momento al punto d’essere il momento
“Nel momento” Andrea De Carlo scatta la radiografia del fallimento di un rapporto: epilogo che sembrerebbe inevitabile se non si tenta una via di fuga. Come uscirne?
La presa d’atto
L’io narrante gestisce un maneggio con la compagna Anna. Un evento casuale – un incidente a cavallo – è l’occasione per elaborare la consapevolezza che il rapporto è fallito (“Ho provato a pensare a prima di Anna e a prima dei cavalli, e mi sono reso conto che non ero mai stato felice”) in modo forse irreparabile (“Non mi veniva in mente nessuna gioia non interrotta dal dovere, nessuna sorpresa non diluita dall’abitudine, nessuna allegria non velata dalla noia, nessuna fantasia non inchiodata a terra dal peso stolido della realtà”).