Le recensioni di Bruno Elpis
Amazzonia madre d’acqua di Marcia Theophilo (qlibri)
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Un fiume, una poesia
Amazzonia madre d'acqua è una silloge dedicata ai fiumi dell’Amazzonia dalla poetessa e antropologa Marcia Theophilo, da sempre impegnata anche con la sua opera poetica nella lotta per la tutela della foresta amazzonica e nella difesa di tutte le creature – appartengano al mondo animale, vegetale o minerale - che la popolano.
Componimenti spesso brevi, folgoranti, cristallini. Come testimoniato nella breve selezione sotto proposta.
In ogni parola del titolo, l’essenza del pensiero ambientalista.
Amazzonia, il polmone della Terra.
Madre, l'origine della vita.
Acqua, il principio cosmogonico al quale anche le radici della proto-filosofia – quella ionica, che rappresenta gli albori del pensiero filosofico classico - riconducono l'essere.
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L’apprendista di Michelangelo di Carlo A. Martigli (qlibri)
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Ti insegnerò i segreti dell’encausto
Jacopo da Pistoiaè L’apprendista di Michelangelo diCarlo A. Martigli: sogna di diventare pittore e per questo abbandona la famiglia e si reca a Roma, ove s’imbatte negli artisti che stanno realizzando il Giudizio Universale sotto le direttive del divino Michelangelo (“La storia partiva da lontano, quando vent’anni prima Michelangelo aveva da poco iniziato a dipingere la parete maestra della Cappella detta Capitolina… quei documenti narravano anche la sua storia…”). Un uomo che tuttavia nasconde molti segreti, compreso quello legato a una setta forse dedita ad attività illecite (“Il modo di trasformare il piombo in oro e di creare l’homunculus, il magico lavoratore senza pretese e instancabile…”).
Jacopo è combattuto tra l’ammirazione e il fascino esercitato dal grande pittore-scultore da un lato, e il sospetto per l’ambiguità delle sue attività misteriose (“Come se fossi un messaggero del diavolo”). Anche perché il Maestro scompare con la terribile accusa di aver avvelenato il committente della sua opera (“Lui aveva esaminato con molta cura la candela che aveva trafugato, e vi aveva trovato tracce non solo di arsenico, ma anche di mandragora e di lattice di euforbia”): quel Clemente VII che ha per cerimoniere il losco abate Biagio da Cesena, ritratto nel Giudizio Universale come l’infernale Minosse.
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La tigre e l’acrobata di Susanna Tamaro (qlibri)
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Non è la tigre di Sandokan e neppure Shere Khan
Piccola Tigre e Tigrotto sono due cuccioli di madre siberiana (“Piccola Tigre non è la tigre di Sandokan e neppure Shere Khan, le nebbie vaporose dei tropici le sono sconosciute…”). Mamma tigre li addestra alla caccia (“Tutto ciò che cammina prima o poi ha bisogno di bere”) e li mette in guardia dall’uomo (“No, l’uomo uccide solo per uccidere”), ma presto si accorge che la femminuccia è originale: curiosa, sempre alla ricerca, spesso distratta.
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L’amore addosso di Sara Rattaro (qlibri)
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Una donna per amico: voglia di romance
Giulia, dimidiata tra il ruolo di moglie e quello di amante, assiste all’incontro tra le due parti di sé nell’ospedale ove sono contemporaneamente ricoverati il marito Emanuele e il compagno Federico, scrittore che ha catturato la sua attenzione per aver narrato una storia così simile alla sua.
Lì conosce la rivale Flavia.
Lì rievoca la sua storia, partita dai sospetti per un presunto tradimento di Emanuele e sfociata in una storia d‘amore consumata nel rifugio clandestino in riva al mare. Una passione che è anche ribellione a una madre tenace e opprimente (“La mia educazione prevedeva il salvataggio forzato dell’apparenza”), che l’ha costretta ad abbandonare in Inghilterra il figlio di un amore giovanile.
Un romance a tutto tondo (“Quanto è difficile non poter urlare al mondo quello che provi e quello che sei soltanto per non ferire chi hai vicino. Quanto è penoso non saper vivere la vita che ti sei scelto”), che il mio temperamento di lettore onnivoro mi ha suggerito in un periodo nel quale rifuggo la violenza anche solo raccontata.