Le recensioni di Bruno Elpis
Un cuore pensante di Susanna Tamaro (qlibri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
Una tigre costretta a essere una bambola
“Un cuore pensante” sospinge Susanna Tamaro nella dolorosa, affannata ricerca di una spiritualità che la società ostacola in ogni modo.
Nella prima parte (Tentativi di volo) la scrittrice cerca nella propria infanzia la matrice di questa estenuante disamina che talvolta è motivo d’orgoglio (“Una tigre costretta a essere una bambola!”), più spesso di sofferenza. La matrice sembra essere una personalità che si manifesta prestissimo, attraverso tendenze (“Il circo mi faceva piangere”) e preferenze (“Tra i sentimenti, il mio prediletto era la gentilezza”) che segmentano la bimba dagli altri (“Passare inosservata, l’aspirazione suprema”). Secondo me, questa è la parte più interessante del romanzo-diario: in essa la confessione retrospettiva (“La forzata genitalizzazione della realtà umana ci sta spingendo verso risacche di desolata tristezza”) individua già nei giochi (“Amavo le cose neutre: pattinare, pedalare, giocare a nascondino, raccogliere sassi”) l’aspirazione all’autenticità (“Diversità, il più delle volte, non è nell’identità sessuale, ma piuttosto nella dolcezza dell’anima”), il rifiuto delle imposizioni, l’esigenza di trovare risposte emotivamente e intellettualmente appaganti (“Veniamo da un’oscurità e ci dirigiamo verso un’altra oscurità”).
“Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie (i-libri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
In fondo “Dieci piccoli indiani” è la storia di un omicida seriale, al quale Agatha Christie si accosta con raffinatezza stilistica, eleganza anglosassone e classicità calibrata.
Nella storia si ravvisano i tradizionali ingredienti del giallo, ossia il disegno criminale che lega gli omicidi e la firma dell’assassino.
Il disegno criminale (che poi corrisponde al movente) è rappresentato dal desiderio che l’assassino cova: sopprimere chi si sia macchiato di un delitto impunito. Il vendicatore è naturalmente uno spirito sadico e folle, ma mantiene razionalità e inventiva nel progettare ed eseguire i misfatti.
I delitti vengono firmati, tutti, in modo personale: attraverso la storiella dei dieci negretti. Al ritmo inesorabile di un conto alla rovescia dei convenuti e delle statuine in porcellana: ten, nine, eight …
L’etereo puritanesimo di Agatha Christie non si lascia contaminare dai crimini che descrive; la regina del giallo snocciola omicidi come le grane del rosario, scandendone il ritmo con macabro humour e con l’ausilio dell’immancabile maggiordomo: l’imperturbabile Roger, che per l’occasione veste anche i panni del … becchino.
Leggi tutto: “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie (i-libri)
Sovvertimento dei sensi di Stefan Zweig (i-libri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
Talvolta gli studenti si appassionano alla figura di un professore particolarmente coinvolgente o carismatico. Spesso non si considera che anche il docente possa trarre dagli studenti ispirazione, forza e sentimento. Qualcosa di simile accade nel “Sovvertimento dei sensi” di Stefan Zweig.
Rolando è uno studente universitario di bell’aspetto. Dopo una dispersiva esperienza di studio a Berlino (“È possibile che quest’ubriacarsi dei propri succhi, quest’infuriare contro se stessi, appartenga in qualche modo a ogni forte giovinezza messa per la prima volta in libertà”), su indicazione del padre si orienta verso un’università di provincia della Germania centrale. Lì rimane folgorato dalla presenza di un docente (“Quell’incantevole professore”) che appassiona i propri allievi. Con lui, Rolando instaura una frequentazione assidua, intensa e tormentata (“Sussultavo, tremavo, il sangue mi scorreva caldo nelle vene, mi sentivo la febbre addosso… ascoltare un discorso appassionato”), sistemandosi in una camera sopra la residenza del professore e facendo la conoscenza della moglie.
Leggi tutto: Sovvertimento dei sensi di Stefan Zweig (i-libri)
Il commesso di Bernard Malamud (i-libri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
Tra i classici della letteratura “Il commesso” di Bernard Malamud ci sospinge nella realtà multietnica americana ove un negoziante ebreo si destreggia tra le sue origini e i pregiudizi della società spesso ostile, nella quale l’individuo fatica ad affermare le proprie passioni e il desiderio di riscatto.
Morris sopravvive a stento nella condizione di povertà alla quale viene costretto da una concorrenza sempre più spietata: il suo negozio di alimentari a malapena gli consente di mantenere la moglie Ida e la bella figlia Helen (“Aspetterò, sognerò. Qualcosa succederà”), che è costretta a rinunciare agli studi e a devolvere parte dello stipendio per garantire al padre la possibilità di continuare la sua attività commerciale.
Dopo una rapina, nel corso della quale Morris viene malmenato, nella vita della famiglia ebrea irrompe un giovane di origini italiane (“Disse di chiamarsi Frank Alpine e d’essere arrivato da poco dall’ovest, per cercare di farsi strada”), abituato a vivere di espedienti (“Mancava una bottiglia di latte e, quando le contò, due pagnotte”), che si offre di collaborare gratuitamente e risolleva le sorti del negozio (“Sicché l’improvviso rialzo delle vendite nel negozio, pensò Ida, non ci sarebbe stato senza Frank Alpine”).