Le recensioni di Bruno Elpis
La strada di Cormack McCarthy (qlibri)
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“Mai è un sacco di tempo”
“La strada”, premio Pulitzer 2007 aCormack McCarthy,è un romanzo post-apocalittico con due protagonisti: l’uomo e il bambino (“Il bambino era l’unica cosa che lo separava dalla morte”).
Si è verificata una catastrofe (nucleare?) e il mondo si spalanca desolato (“Impiegarono interi giorni per attraversare quella piana cauterizzata”) e devastato (“Tutto era ridotto in cenere”) davanti agli occhi dei pochi sopravvissuti. Il clima è mutato (“Lungo l’arido crinale, alberi scorticati e neri sotto la pioggia”) e i paesaggi sono desertici e grigi. Il padre intraprende il viaggio (“E stiamo sempre andando a sud”) con il figlioletto: i due sono i buoni, forse sono l’ultima chance per rifondare un’umanità distrutta, spaventata e condannata alla solitudine (“Perché non c’è nessuno a cui fare dei segnali. Giusto?”). Si aggirano con un carrello nel quale ripongono i viveri; una pistola è l’unico strumento di difesa del quale dispongono (“Tieni sempre la pistola con te. Devi trovare altri buoni, ma non puoi permetterti di correre rischi… Non puoi. Devi portare il fuoco”).
Alexis di Marguerite Yourcenar (qlibri)
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Outing
In Alexis diMarguerite Yourcenar, troviamo l’antecedente letterario della confessione pubblica che oggi viene designata con l’espressione “fare outing”.
La storia è tragica: per via epistolare il giovane Alexis Géra, musicista, da Losanna scrive alla moglie Monique per confessarle i motivi del proprio allontanamento: l’omosessualità.
A tale risoluzione il giovane perviene dopo anni di silenzi (“Qualcosa… che mi sembra più intimo perché l’ho tenuto nascosto”) e contrasti, durante i quali il musicista ha combattuto contro la propria indole segreta.
A Woroïno (“Bambino, ne avevo paura. Comprendevo già che ogni cosa ha il suo segreto, gli stagni come il resto”), paese d’origine, Alexis vive l’indigenza familiare (“Ero l’ultimo figlio di una numerosissima famiglia; ero di natura cagionevole…”) in un ambiente ove le presenze femminili sono preponderanti. Dopo un periodo trascorso malvolentieri nel collegio di Presburgo, l’odierna Bratislava (“Alla mia sensibilità affinata dalla sofferenza ripugnavano ancor più tutte le promiscuità del collegio. Soffrivo della mancanza di solitudine e della mancanza di musica. Per tutta la mia vita, musica e solitudine hanno avuto per me la funzione di calmanti”), l’adolescente ottiene di tornare nella casa nativa. Lì (“Nella nostra regione passavano molti vagabondi zigani; alcuni di loro sono buoni musicisti, saprai anche che è una razza assai bella…”) per la prima volta cede ai propri impulsi (“Non oso raccontarti tutto ciò che in maniera molto vaga; camminavo, non avevo meta; non fu colpa mia se, quel mattino, incontrai la bellezza…”), che verranno poi contrastati soltanto in parte durante il successivo soggiorno a Vienna (“Proprio perché in quella città sconosciuta avrei potuto trovare occasioni più facili, mi credetti tenuto a respingerle tutte; non volevo venir meno alla fiducia dimostratami nel lasciarmi partire”).
Il resto della settimana di Maurizio De Giovanni (qlibri)
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Fenomenologia della settimana
“Il resto della settimana” è quello che intercorre tra una partita di campionato e quella successiva (“L’importante è quello che succede da subito dopo a subito prima”) nel romanzo in cui Maurizio De Giovanni dichiara a chiare lettere la sua passione per il calcio-Napoli.
In un bar-bugigattolo, tra riti, abitudini e passaggi occasionali di avventori, un professore in pensione decide di approfondire gli aspetti sociali e psicologici di un fenomeno individuale e collettivo che si celebra settimanalmente (Venerdì: “Il Professore aveva ormai le idee in corso di veloce chiarimento…. La comune convinzione, il senso di appartenenza, la vicinanza e perfino la mitologia condivisa. Una malattia forse…. Ma pur sempre un elemento fortemente identitario”).
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Stoner di John Williams (qlibri)
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Aprì il libro e il libro smise di essere il suo
“Stoner” di John Williams è un protagonista davvero originale. Nella pluralità dei romanzi dominati da eroi eccezionali e superdotati, nei quali gli scrittori trasfondono il proprio egocentrismo e le ansie d’immedesimazione di un pubblico sovrano nel decretare un sempre più difficile successo commerciale, Stoner costituisce un’autentica rarità e si lascia apprezzare per il piglio recessivo e per l’atteggiamento di sopportazione stoica con il quale affronta le scelte, la lotta per la sopravvivenza, le delusioni, gli insuccessi e le difficoltà che per lo più costellano l’esistenza della moltitudine non appartenente alla categoria del superuomo.