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Le recensioni di Bruno Elpis

Antonio Ligabue, Poe e i delitti della Rue Morgue

Accostiamo due notizie che apparentemente non hanno nulla a che vedere tra di loro. 

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Cade la terra di Carmen Pellegrino (qlibri)

Siamo l’invisibile di qualcun altro 

Cade la terra” di Carmen Pellegrino è un’opera in tre atti, ciascuno anticipato da versi di poesie bellissime. 

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Il tempo migliore della nostra vita di Antonio Scurati (i-libri)

coverIl tempo migliore della nostra vita diAntonio Scurati è un’opera dalle molteplici anime: è saggio storico e di letteratura, è romanzo-saga familiare, è autobiografia. 

Figura centrale della narrazione è Leone Ginzburg: traduttore e critico (“Sebbene impugni soltanto la penna…”), docente di letteratura, cofondatore della più prestigiosa casa editrice italiana (“Un giorno un ex compagno del D’Azeglio… gli propone di fondare una casa editrice”), compagno di Cesare Pavese detto Cesarito (“L’amico di questa corrispondenza balneare è Cesare Pavese”), marito di un’illustre letterata, Natalia Levi (“Natalia e Leone sono due scrittori, l’una in embrione l’altro impedito dagli incidenti della cospirazione. Sono due scrittori e s’innamorano per lettera”), costretta a pubblicare le prime opere con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte (“Einaudi… pubblica il romanzo La strada che va in città dell’autrice esordiente Alessandra Tornimparte… è Natalia Ginzburg, costretta a occultare la propria identità… perché ebrea”) e poi, dopo la morte di Leone, decisa a mantenere il cognome del primo marito: Natalia Ginzburg.  

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Cade la terra di Carmen Pellegrino (i-libri)

coverDal Campiello 2015 

Cade la terra” di Carmen Pellegrino è un romanzo articolato in tre parti, ciascuna delle quali viene introdotta dalle intense rime di illustri poeti. 

Parte prima – La casa dell’olmo 

Estella (“Gli occhi fissi come quelli di una civetta erano azzurri, un vero spreco di colore turchino, accentuato dai capelli che le sbattevano biondi sulle spalle”) ritorna ad Alento (“Il paese, che aveva sempre camminato, ora sembrava aver camminato di più nella sua coperta di fango, con gli abitanti che si erano ritirati più a nord, sopra una porzione di terra meno tremolante”) dopo un’esperienza fallimentare di monaca (“Una disturbata che era entrata giovanissima in monastero e che se ne era scappata di notte, dopo appena due anni, con l’abito di monaca addosso. Vennero da Napoli a riprenderselo e lei se lo tolse davanti alla chiesa”). Trova ricovero come istitutrice nella villa del notaio de Paolis, ove le viene affidato il figlio Marcello, un ragazzo problematico e nosofobico.

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