Le recensioni di Bruno Elpis
Le canzoni di Narayama di Scichir? Fukazawa (qlibri)
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E compagnia cantante…
“Le canzoni di Narayama” diScichir? Fukazawa sono impregnate di buddismo (“La canzone della festa del Bon del villaggio”, la festa buddista dei morti) e riecheggiano in un paesino del Giappone, ove la miseria regna sovrana e i ladri sono puniti duramente (“La punizione consiste nell’appropriarsi delle provviste che appartengono alla famiglia del colpevole”).
Da “Le canzoni di Narayama” trapelano pratiche (“Si sballotta con molta forza, in modo che il bambino sulle spalle non possa nemmeno aprire la bocca, più che sballottare è una maniera di maltrattare”) e mentalità aliene, per le quali una donna di settant’anni non può avere i denti belli (“Anche invecchiando non gliene era caduto nemmeno uno, e per O Rin questo era diventato un motivo di vergogna”), e ciò e motivo di derisione (“La vecchia diavolessa del ceppo, questo ormai si diceva di lei dietro le sue spalle”), né è opportuno vivere troppo a lungo (“Se Matsu-yan metteva questo bambino al mondo, lei avrebbe dovuto vedere il sorcetto”), perché significa sottrarre risorse agli altri.
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L’ultimo arrivato di Marco Balzano (i-libri)
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Premio Campiello 2015
“L’ultimo arrivato” di Marco Balzano è Ninetto, protagonista d’emigrazione infantile con un adulto compaesano nella Milano del miracolo economico (“Il lavoro, in quegli anni, e anche in quelli dopo, non mancava mai”).
Condannato dalla povertà (“Fino a nove anni ho vissuto di acciughe. Anzi di un’acciuga al giorno”) e da una situazione familiare disagiata (“Mamma mia stava ogni giorno più stordita”), Ninetto abbandona contro voglia San Cono (“Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese”), un paesino della Sicilia, dopo un inutile tentativo di aiutare i genitori (“Mio padre era diventato una corda di violino, tu lo pizzicavi e quello tirava mazzate”) con un’esperienza di lavoro minorile (“il lavoro di jurnataru”).
L’impatto con la metropoli è violento e s’imprime sulla sensibilità di un ragazzino che sognava di diventare poeta (da un dialogo con Titta, il compagno di cella: “Io da piccolo sognavo di presentare il festival di Sanremo e tu?... Io il poeta”) grazie alle sollecitazione dell’amato maestro elementare, Vincenzo.
La sposa di Mauro Covacich (qlibri)
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“La sposa” è il titolo del primo dei racconti-saggi di quest’opera di Mauro Covacich, finalista al premio Strega 2015.
Le storie che compongono la raccolta sono raggruppate in categorie.
Ritratti: La sposa, Ogni giorno che va via è un quadro che appendo, Atti impuri
I miei non figli: Sterilità, La ruota degli esposti, Cattive madri, Doppia panna, Safari
Identikit: Carla, Tintorello, Tor Bella Monica, Angela del Fabbro
Nevrosi aerobica: Il punzonatore, La città bambina, L’Uomo-che-soffia
Favole per bambini vecchi: Un cuore in viaggio, La casa dei lupi
Il racconto dell’isola sconosciuta di José Saramago (qlibri)
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Le vele sono i muscoli delle barche
“Il racconto dell’isola sconosciuta” è una fiaba con la quale José Saramago propone un’allegoria del trinomio viaggio-vita-amore. Disseminando mappe topografiche tra le pagine di un libello illustrato, ideale per adulti-bambini in crisi d’astinenza di fiabe.
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