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Le recensioni di Bruno Elpis

L’opera al nero di Marguerite Yourcenar (qlibri)

coverZenone in Aeternum 

“L’opera al nero” di Marguerite Yourcenar ha per protagonista Zenone (“Tutti erano d’accordo nel trovarlo bello, ma la sua voce tagliente faceva paura; il bagliore delle sue pupille scure affascinava e riusciva allo stesso tempo sgradevole”): un uomo marchiato a vita dall’infamia di essere figlio illegittimo, che dimostra fin dall’infanzia grande interesse per la cultura. Avviato alla vita religiosa (“Zenone crebbe destinato alla Chiesa”), dimostra di avere spirito critico, interesse per l’indagine filosofica e scientifica, curiosità per le arti meccaniche.
Questo profilo composito lo spinge a un viaggio (“Parto… vado a vedere se l’ignoranza, la pura, la stupidità e la superstizione verbale regnano anche fuori di qui”) da Bruges… a Bruges attraverso l’Europa, la Svezia, le Fiandre…
Il viaggio è anche un itinerario attraverso un secolo minato dai conflitti tra Riforma e Controriforma (“Ci si abitua alla ferocia delle leggi del proprio secolo, come ci si abitua alle guerre suscitate dalla scempiaggine umana…”), Inquisizione (“… Un ufficiale dell’Inquisizione incaricato di arrestare Zenone…”) e persecuzioni, che costringono alla clandestinità (“Fu durante questo periodo senza avvenimenti che lo riconobbero per la prima volta… Greta…”) chi esercita il libero pensiero (“Preferisco che non venga dato alle fiamme il mio capolavoro”). 

Tornato a Bruges sotto le mentite spoglie di Sebastiano Theus, Zenone collabora con il Priore (“Era un cilicio su cui si seccavano qua e là dei grumi nerastri…”) presso l’ospizio di san Cosma, ove s’imbatte in giovani (“Cipriano aveva tenuto a fare di lui un confidente, se non un complice”) dediti a pratiche segrete (“Qualunque cosa facessero, Idelette e Cipriano, Francesco de Bure e Matteo Aerts erano belli… la grande fiamma sensuale tramutava ogni cosa come quella dell’athanor alchimistico e valeva la pena che per essa si rischiasse dei roghi. Il biancore dei corpi nudi luceva come quelle fosforescenze che attestano le virtù nascoste delle pietre”) e sacrileghe (“Quel consumo di pane benedetto e di vino rubato all’altare, mangiato e bevuto alla luce di mozziconi di candela. Le abominazioni della carne sembravano aggravarsi di chissà quali sacrilegi”).

Nello scandalo, il medico-filosofo viene coinvolto incolpevolmente e affronta il processo per eresia, ateismo e sodomia interrogandosi su come la libera determinazione dell’uomo possa affermarsi contro le forze del sistema politico-religioso: meglio ritrattare, chiedere l’intercessione della sorellastra Marta (che nel frattempo è andata in sposa a un potente banchiere), affrontare il rogo o… quale altra alternativa? 

“L’opera al nero è un romanzo storico che ha un protagonista tanto inventato quanto plastico: Zenone si staglia sull’intrico di eventi, nomi, citazioni (“Eamus ad dormiendum, cor meum”) e riferimenti che talvolta richiedono un ottimo senso dell’orientamento storico. Perché la sfida (“Sono arrivato al punto di biasimare Prometeo per aver dato il fuoco ai mortali”) rientra nello stile di Marguerite Yourcenar

Bruno Elpis 

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-straniera/discussions/review/id:51017/