logotype
Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis

Le recensioni di Bruno Elpis

L’ultimo arrivato di Marco Balzano (i-libri)

coverPremio Campiello 2015 

L’ultimo arrivato” di Marco Balzano è Ninetto, protagonista d’emigrazione infantile con un adulto compaesano nella Milano del miracolo economico (“Il lavoro, in quegli anni, e anche in quelli dopo, non mancava mai”). 

Condannato dalla povertà (“Fino a nove anni ho vissuto di acciughe. Anzi di un’acciuga al giorno”) e da una situazione familiare disagiata (“Mamma mia stava ogni giorno più stordita”), Ninetto abbandona contro voglia San Cono (“Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese”), un paesino della Sicilia, dopo un inutile tentativo di aiutare i genitori (“Mio padre era diventato una corda di violino, tu lo pizzicavi e quello tirava mazzate”) con un’esperienza di lavoro minorile (“il lavoro di jurnataru”).
L’impatto con la metropoli è violento e s’imprime sulla sensibilità di un ragazzino che sognava di diventare poeta (da un dialogo con Titta, il compagno di cella: “Io da piccolo sognavo di presentare il festival di Sanremo e tu?... Io il poeta”) grazie alle sollecitazione dell’amato maestro elementare, Vincenzo.

Le esperienze lavorative si susseguono (“Contadino a San Cono, galoppino presso lavanderia di Milano che non c’è più, muratore in vari cantieri, per trentadue anni operaio presso Alfa Romeo… di Arese”) e una prematura storia d’amore viene coronata alla maniera meridionale: la fuitina con Maddalena (“Il treno che scende non è lo stesso che sale”).
Poi Ninetto commette un errore imperdonabile (“Non ci sono storie, a rovinarmi è sempre stata la gelosia. Fin da picciriddu”), che lo condanna prima al carcere (“Questa è la cella numero 44”), poi alla terapia psicologica (“I nonni possono riscattare coi nipoti gli errori fatti con i figli, vero dottoressa?”), infine ad atteggiamenti border line (“L’unica cosa che faccio è stare sulle panchine di Milano”) e alla rincorsa della perduta serenità familiare. 

Il romanzo è emotivamente coinvolgente, sia per le dinamiche interiori che scatena sia per l’attenzione riservata a fenomeni sociali – mutatis mutandis - di drammatica attualità, quali l’emigrazione e il caporalato (“Per ottenere quel posto, poi, aveva dovuto pagare un caporale di cooperativa, tutti ladri approfittatori degli emigranti”).
Lo stile del milanese Marco Balzano (“Io a quelle parole mi gonfio tutto. Non come un pavone, proprio come una mongolfiera”) è credibilmente attagliato al profilo del protagonista (“Amici veri mi sa che si può essere solo da picciriddi, quando si è puliti dentro e non si fanno calcoli di interesse né altre oscenità”), siciliano, bambino prima, uomo semplice ma sensibile poi (“Pensavo che il signor Pascoli e gli altri poeti erano più fortunati perché riuscivano a innamorarsi anche della natura e non solo degli uomini”)… 

Bruno Elpis 

http://www.i-libri.com/libri/lultimo-arrivato/