Le recensioni di Bruno Elpis
La passeggera di Daniela Frascati (i-libri)
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Da oggi, 20 novembre 2015, è disponibile La passeggera (edizioni “Scrittura&Scritture”): fresca di stampa, quest’opera di Daniela Frascati propone molti spunti che risvegliano le nostre inquietudini già messe a dura prova dagli eventi di questi giorni. Perché, attraverso l’allegoria del microcosmo della nave, “La passeggera” proietta l’immagine di una realtà sempre in balia tanto delle smanie del potere (il capitano Ippolito Zocalo è “Un uomo ossessionato dal caos, vissuto nel terrore di perdere il controllo di sé e degli altri”), quanto dell’impeto dell’oceano, nel mistero delle forze invisibili che spesso legano gli uomini secondo trame parallele (“Il presentimento di una dimensione misteriosa”).
Il Paradiso è il nome del transatlantico che salpa alla volta dell’America alla vigilia del primo conflitto mondiale (“Era il 12 luglio 1914. Solo sedici giorni più tardi l’Europa sarebbe entrata in guerra”). Tra i passeggeri spicca una bambina più imparentata con gli uccelli che con gli umani (“Le ferite sono due, una per lato”), una creatura dal passato oscuro (“La bambina si chiamava Aquilina, avrà avuto sì e no sei anni e non era di nessuno”) e controverso (“Cos’è accaduto quattro anni fa? Cos’è la storia della clandestina e della bambina trovata morta?”), dal presente emarginato (“Eppure era il loro zimbello”) e anomalo (“Ombre che si affannano attorno ad Aquilina, le bisbigliano all’orecchio”), dal futuro quanto mai minaccioso (“Mai tanti accadimenti inspiegabili erano avvenuti prima su Il Paradiso”).
Alexis di Marguerite Yourcenar (i-libri)
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Per commentare Alexis di Marguerite Yourcenar ci affidiamo alle dichiarazioni dell'autrice, riportate nella prefazione dell'edizione Feltrinelli del romanzo.
L’opera è la confessione epistolare con la quale il giovane Alexis Géra, musicista, da Losanna dichiara alla moglie Monique – che volutamente rimane sempre una figura in controluce (“Niente è più segreto di un’esistenza femminile”) - i motivi del proprio allontanamento: le tendenze omoerotiche, per molti anni sottaciute e vanamente contrastate, l’hanno condotto a proclamare la verità e a porre fine a un matrimonio di copertura.
Nella prefazione la Yourcenar rivela la genesi del componimento e i motivi per i quali esso non è stato sottoposto a revisione alcuna anche a distanza di anni: “… Pubblicato nel 1929… trent’anni circa sono passati dalla sua pubblicazione… le idee, i costumi sociali e le reazioni del pubblico si sono modificati, meno di quanto si creda, tuttavia… mi aspettavo di dover apportare al testo un certo numero di ritocchi… questo libretto è stato lasciato com’era, e per due ragioni: … è… una confidenza strettamente collegata a un ambiente, un tempo, un paese ormai scomparso dalle carte geografiche… questo racconto, a giudicare dalle reazioni che provoca tuttora sembra aver conservato una specie di attualità e perfino di utilità per certuni.”
Central Park di Guillaume Musso (i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Da “Central Park”parte l’ultima avventura ideata da Guillaume Musso nell’ultima sua opera dall’impronta “giallo-action”.
Come spesso facciamo, affidiamo allo scrittore il compito di rappresentare il canovaccio del romanzo, che ha per protagonista l’inquieta Alice (“Mi chiamo Alice Schäfer, sono capitano di polizia della Crim di Parigi”):
“Perché lei e Gabriel non ricordavano nulla di quanto era successo la notte prima? In quale modo avevano potuto ritrovarsi a Central Park? A chi apparteneva il sangue della sua camicetta? Dove si era procurata quella pistola? Perché nel caricatore mancava una pallottola? Chi le aveva scritto sul palmo della mano il numero di telefono dell’hotel? Chi aveva inciso con il cutter il braccio di Gabriel? Perché avevano dotato la valigetta di una carica elettrica? Che cosa conteneva quella siringa?”
L’opera al nero di Marguerite Yourcenar (i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
“L’opera al nero” diMarguerite Yourcenarè al tempo stesso unaffresco del Rinascimento e un ritratto dell’uomo immerso in un’epoca nella quale la concezione umanistica muta profondamente.
Zenone, figlio illegittimo di Messer Alberico e di Hilzonde (“Quella notte, il giovane fiorentino bevve alla fontana sigillata, addomesticò i due capretti gemelli, insegnò a quella bocca i giochi e le moine dell’amore”), dimostra fin da subito grande interesse per la cultura (“Gli piaceva quella camera tappezzata di volumi, la penna d’oca, e il calamaio di corno, strumenti di una conoscenza nuova, ed amava quell’arricchirsi che consiste nell’imparare…”), per la ricerca, per la speculazione e per l’introspezione. Frequenta un meccanico e un medico-barbiere (“Il chierico trovava tra questi uomini in casacca di cuoio ciò che i figli dei signori trovano presso i palafrenieri e i bracconieri: un mondo più rude e più libero del proprio, perché si muoveva più dal basso, lontano dai precetti e dai sillogismi…”), con i quali apprende e sperimenta arti, maturando poi la decisione di intraprende un lungo viaggio (“Io vado da lui… Chi?... Hic Zeno, disse. Me stesso”) che lo porta sino in Svezia.
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