logotype
Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis

Le recensioni di Bruno Elpis

L’opera al nero di Marguerite Yourcenar (i-libri)

cover“L’opera al nero” diMarguerite Yourcenarè al tempo stesso unaffresco del Rinascimento e un ritratto dell’uomo immerso in un’epoca nella quale la concezione umanistica muta profondamente. 

Zenone, figlio illegittimo di Messer Alberico e di Hilzonde (“Quella notte, il giovane fiorentino bevve alla fontana sigillata, addomesticò i due capretti gemelli, insegnò a quella bocca i giochi e le moine dell’amore”), dimostra fin da subito grande interesse per la cultura (“Gli piaceva quella camera tappezzata di volumi, la penna d’oca, e il calamaio di corno, strumenti di una conoscenza nuova, ed amava quell’arricchirsi che consiste nell’imparare…”), per la ricerca, per la speculazione e per l’introspezione. Frequenta un meccanico e un medico-barbiere (“Il chierico trovava tra questi uomini in casacca di cuoio ciò che i figli dei signori trovano presso i palafrenieri e i bracconieri: un mondo più rude e più libero del proprio, perché si muoveva più dal basso, lontano dai precetti e dai sillogismi…”), con i quali apprende e sperimenta arti, maturando poi la decisione di intraprende un lungo viaggio (“Io vado da lui… Chi?... Hic Zeno, disse. Me stesso”) che lo porta sino in Svezia.

Medico, filosofo, alchimista, ricercatore, pubblica opere che lo pongono in odore di eresia (“Restare presso Jean Myers solo il tempo necessario a lasciar passare la tempesta sollevata dal sequestro e dalla distruzione del libro”) in un secolo durante il quale Riforma e Controriforma imperversano per l’Europa (“Ecclesia abhorret a sanguine”), tra Inquisizione, potere temporale della chiesa e persecuzioni come quella contro gli anabattisti che miete – tra le vittime – anche la mamma di Zenone, nell’affiorare del sistema capitalistico di potenti famiglie di banchieri, come i Fugger (“Ad altri gli scampanii o lo scoppio delle bombarde, i cavalli scalpitanti, le donne nude o ammantate di broccato, ad essi la materia vergognosa e sublime, disprezzata pubblicamente, adorata o covata in segreto, che somigli alle parti nascoste in quanto se ne parla poco ma vi si pensa continuamente, la sostanza gialla senza la quale…”). 

Tornato a Bruges sotto mentite spoglie, collabora con il Priore e s’imbatte in giovani dediti a pratiche segrete e innominabili (“Dalle divagazioni di Cipriano spuntavano i fatti. Il bagno degli Angeli e le loro licenziose assemblee… Il sottosuolo di Bruges era un labirinto di cunicoli sotterranei…”).
Quando scoppia lo scandalo, nel quale il medico-filosofo viene coinvolto incolpevolmente (“Certe sue passioni, assimilate a un’eresia della carne, potevano valergli la sorte riservata agli eretici, cioè il rogo”), il processo per eresia (“Gli ordini minori che riceveste… vi espongono alle censure della Chiesa…”), ateismo e sodomia (“Era un ulteriore esempio dell’eterna seduzione tentata da Alcibiade su Socrate?”) si celebra secondo modalità che riconducono il pensiero a casi storici reali. Anche in questa fase Zenone dimostra come la libera determinazione dell’uomo possa affermarsi contro le forze del sistema politico-religioso nella scelta estrema di chi viene condannato.
Ritrattare (“Se la cerimonia di domani fosse sostituita con quella di una ritrattazione…”)?
Ricorrere all’aiuto della sorellastra Marta, che nel frattempo è andata in sposa a un potente banchiere?
Affrontare il rogo e la mors ignea (Sono arrivato al punto di biasimare Prometeo per aver dato il fuoco ai mortali”)?
Crearsi un’altra alternativa (“Gli eroi classici morivano così”)? 

Marguerite Yourcenar costruisce un romanzo storico pur “inventandone” il protagonista e attribuendogli una personalità e una profondità psicologica che si disvela al lettore nel groviglio di eventi, nomi, citazioni (“Extinctis luminibus: spense il lume”) e riferimenti attraverso i quali la scrittrice provoca il lettore più curioso e raffinato… 

Bruno Elpis 

“La mors philosophica era compiuta: l’operatore bruciato dagli acidi della ricerca era insieme soggetto e oggetto, fragile alambicco e, in fondo al ricettacolo, precipitato nero. L’esperimento che aveva creduto di poter confinare nell’officina, si era esteso a tutto. Ne conseguiva forse che le fasi seguenti dell’avventura alchimistica sarebbero state altra cosa che sogni, e che un giorno avrebbe conosciuto anche la purezza ascetica dell’Opera al bianco, poi il trionfo coniugato dello spirito e dei sensi che caratterizza l’Opera al rosso? Dal fondo del crepaccio nasceva una chimera…” 

http://www.i-libri.com/libri/lopera-al-nero/