Le recensioni di Bruno Elpis
Un cuore pensante di Susanna Tamaro (i-libri)
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Susanna Tamaro affida a “Un cuore pensante” il difficile compito di ispirare la scrittura di un’opera autobiografica nella quale ripercorrere il cammino sofferto e difficile verso la spiritualità.
Nella prima parte (Tentativi di volo) la scrittrice ripercorre l’infanzia caratterizzata da un temperamento orgoglioso (“Tentavo di trasformare la tigre dentro di me in un gatto di pezza”), poco identificata nel cliché della brava bambina, con spiccata propensione per l’avversione al genere (“Fino all’ingresso alla scuola elementare, ho sempre usato per me stessa, invece del mio nome, uno maschile”) e agli schematismi comportamentali (“Che felicità indossare una divisa!”).
È la sezione a parer mio più interessante, nella quale si manifestano – già nei giochi (“La prima collezione che feci fu quella dei sassi”) – aspirazioni all’autenticità, rifiuto delle imposizioni e preferenze che inducono la bimba a sentirsi diversa (“La diversità che rivendicavo era legata a cose modeste. Poter indossare i pantaloni, avere i capelli corti… aspirare a mestieri allora proibiti alle donne”), particolare, a volte prevaricata (“La mitezza, la profondità dell’animo attirano le attenzioni perverse di chi di quelle qualità è privo, come la calamita il ferro”), complessivamente irrealizzata (“Sì, ero straordinariamente infelice”).
Perché tu non ti perda nel quartiere di Patrick Modiano (qlibri)
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Come una puntura d’insetto che all’inizio ti sembra molto lieve
“Perché tu non ti perda nel quartiere”, l’ultimo romanzo di Patrick Modiano, ricorda potentemente un’opera precedente, “L’erba delle notti”.
Nella Parigi ove vie e luoghi sono circuiti esistenziali e gli edifici custodiscono segreti di permanenze, ricostruzioni e trasformazioni, il protagonista – uno scrittore scontroso (“E poi il telefono non suonava più da mesi”) e dalla memoria labile (“Ma con il tempo tutto quel passato era diventato così traslucido”) – si aggira pungolato dal desiderio di ricostruire un passato indefinito che prende forma nelle pagine del romanzo come una scultura che viene via via sgrossata dall’artista, una scultura che – a opera ultimata – mantiene i tratti grezzi e abbozzati della materia.
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Sei la mia vita di Ferzan Ozpetek (i-libri)
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Sei la mia vita diFerzan Ozpetek è una profonda riflessione del regista che qui indossa l’abito dello scrittore in modo naturale, trasfondendo il senso della sceneggiatura in una storia d’amore dalla quale si diramano ricordi (“Perché non andiamo a Venezia, con il primo treno, domani mattina?”) e vicende collaterali (“Vivevo immerso in un mare di storie che chiedevano solo di essere narrate”), nelle quali s’innestano numerosi personaggi.
Il tessuto connettivo della narrazione è un viaggio, che il regista de “Le fate ignoranti” compie con la persona amata. La destinazione è la casa di montagna (“Adesso l’aria pura di montagna ci circonda come un balsamo rigenerante”) ove l’amato ha vissuto da bambino. Durante il viaggio, il compagno è silente e a lui il narratore indirizza il suo racconto nel desiderio ardente di rivelare ogni pagina di un passato che si snoda tra memorie (cit. Simone Signoret: “Non esiste più la nostalgia di una volta”), amori e amicizie, al cospetto di un futuro che aleggia oscuramente nell’abitacolo della vettura.
Il commesso di Bernard Malamud (qlibri)
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Aspetterò, sognerò. Qualcosa succederà.
“Il commesso” di Bernard Malamud è un romanzo che narra la lotta condotta da un avventizio per l’autoaffermazione in una società imbevuta di pregiudizi e dominata da forze che contrastano il desiderio di riscatto dell’individuo.
L’ebreo Morris gestisce il suo negozio in condizioni di sussistenza minima, al punto che la bella figlia Helen (“Aspetterò, sognerò. Qualcosa succederà”) è costretta a rinunciare agli studi e a convertire parte del suo stipendio allo scarno bilancio familiare.
Due malfattori rapinano i magri incassi di Morris e lo feriscono; poco dopo compare sulla scena Frank Alpine un giovane immigrato (“Il suo aspetto la colpì; gli occhi erano allucinati, affamati, tristi; credette che sarebbe entrato a chiedere l’elemosina e decise di dargli dieci cents, ma Frank scomparve”), che si propone come commesso in cambio di ospitalità e benevolenza.