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Le recensioni di Bruno Elpis

Nel nome del padre di Gianni Biondillo (qlibri)

coverLA GUERRA DEI MONTI

Il tema delle ingiustizie che, spesso, un padre separato deve patire per le ripicche e le cattiverie di una moglie astiosa e vendicativa vene affrontato da Gianni Biondillo in un romanzo che io reputo perfetto sia come costruzione narrativa e stilistica, sia per profondità di sentimenti. 

Luca Monti “subisce” la decisione della moglie Sonia che chiede il divorzio. E cade in un errore: “Abbandono del tetto coniugale. Lui pensava fosse un gesto conciliante, un modo per tenere tranquilla Sonia”.
Sonia si comporta da vera arpia (“Tu non hai nessun diritto, lo hai capito? – Non la ferma più nessuno, è furiosa”), impedendo in tutti i modi all’ex marito di frequentare la figlioletta Alice: “Abbiamo fatto un accordo davanti al giudice e tu lo devi rispettare. Se domani non vieni, non la vedi per due settimane”.

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Resistere non serve a niente di Walter Siti (qlibri)

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LA SINDROME DELLA STREGA

Resistere non serve a niente”, premio Strega 2013 a Walter Siti.
Il titolo è già un monito, nonostante il quale io ho resistito fino alla fine.

La storia è presto liquidata: un mago della nuova finanza, Tommaso, incarica uno scrittore (Walter) di narrare la sua storia. In cambio “Tommaso si dichiara disposto a comprare dai proprietari il mio appartamento e ad affittarmelo alle stesse condizioni di ora”.
Con un passato di obeso (“lo vedevano così grosso a otto-nove anni…) che gli ha lasciato cicatrici indelebili, proveniente da una famiglia che consta di un padre galeotto  e di una madre culturalmente modesta (“è ormai straniero a quel padre di cui di colpo ricorda l’odore - un misto di  alcol e debolezza -, straniero a quella donnetta che non sa far altro che recriminare, straniero al proprio stesso involucro di lardo”), ha spiccate doti per le scienze matematiche e statistiche (teoria dei giochi, calcoli di probabilità) e ben presto si afferma e si arricchisce inserendosi nei complessi giochi della finanza spregiudicata e collusa (“… Tommaso è estasiato dal pirotecnico gioco di prestigio, far apparire soldi dal nulla semplicemente postando dei numeri; siamo davvero i nuovi alchimisti, i soli che si orientano nel pianeta in bollitura. Tutto in diretta, un videogame giocato sulla realtà”).

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Un sogno lungo un’estate di Barbara Baraldi (Writers Magazine n. 36)

Barbara BaraldiUn sogno lungo un’estate” è un romanzo del quale i destinatari privilegiati sono i più giovani: perché nasce come storia di Matilde, ragazzina costretta a trascorrere la sua estate – anziché in Sardegna in compagnia dell’amica del cuore, come avrebbe tanto desiderato – con i genitori, nella casa di  campagna di una zia dal comportamento rude e dall’animo introverso.
Immusonita, prevenuta, penalizzata da genitori troppo chiusi nei loro problemi e nei loro dolori, Matilde oppone il suo atteggiamento recalcitrante e di rifiuto senza accorgersi che progressivamente la natura, gli animali e gli essenziali abitanti della campagna si impadroniscono di lei e della sua sensibilità.

Utilizzando gli ingredienti tipici della letteratura  per la gioventù (una caccia al tesoro nel rudere di un mulino, la scoperta di sentimenti incipienti e dirompenti, il tema dell’endemico contrasto generazionale) Barbara Baraldi sfodera le abilità tipiche dell’autrice abituata a misurarsi con romanzi ove il gioco tra tensione e  suspense è strutturale e propone un romanzo da scoprire pagina dopo pagina, come le carte in un gioco d’azzardo.

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L’amore rubato di Dacia Maraini (Writers Magazine n. 36)

coverLa scrittrice italiana più famosa al mondo” torna su uno degli argomenti a lei – voce critica, di analisi e di denuncia - congeniali:  la violenza sulle donne.
Nella raccolta di racconti intitolata “L’amore rubato”, l’autrice rivisita il difficile tema da un’angolatura particolare: quello dell’accettazione implicita della violenza, condizione questa che talvolta rende possibile uno dei reati più odiosi e vigliacchi di questa nostra società.
Quasi tutte le donne protagoniste dei racconti “amano” in modo incondizionato i loro carnefici e subiscono le loro angherie senza ribellarsi.
È allora interessante risalire alle cause di tale atteggiamento passivo, di accettazione silente e talvolta connivente:
Perché una giovane bella, intelligente e fiera si riduce ad essere complice del proprio carnefice?”

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