Le recensioni di Bruno Elpis
1984 di George Orwell (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Orwell profeta in patria nostra.
Non lo dico soltanto io: l’artista non è colui che è acclamato dai suoi contemporanei, perché destino dell’artista è quello di essere incompreso. L’artista è colui che “vede prima” e “guarda avanti”, per via di capacità intuitive e sensibilità esasperata che consentono di percepire in anticipo avvenimenti, tendenze e situazioni anche impensabili.
Con buona pace dei vari Dan Brown, Stephen King e Glenn Cooper (autori che peraltro a me piacciono moltissimo, ma che hanno il terribile ‘difetto’ di essere troppo sintonizzati con i giusti e le mode dei coevi), probabilmente non saranno loro gli scrittori che – fra qualche decennio – verranno acclamati come ‘geni’, precursori o profeti.
Volete una prova di quel che dico?
La prova ce la fornisce, dritto dritto, “Nineteen eighty four” di Orwell.
Alcuni fatti recenti rilanciano l’attualità di questo autore e connotano il suo scritto come profetico.
In 1984 di George Orwell ritroviamo Big Brother: un personaggio immaginario che designa il dittatore dello stato totalitario di Oceania. Nella società che Orwell descrive, ciascun individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità al suono di uno slogan che è una minaccia bella e buona: "Il Grande Fratello vi guarda". Gli abitanti soggiacciono alla superiorità di un’entità che non è dato comprendere se sia persona reale e vivente o, piuttosto, icona, simbolo o personificazione del partito.
Winston Smith, sotto tortura, chiede a O’Brien se il Grande Fratello esiste. Ottiene una replica drastica: "Tu non esisti"; che significa: sarai ucciso e cancellato dagli archivi, come se tu non fossi mai esistito.
Emmanuel Goldstein scrive: «Nessuno ha mai visto il Grande Fratello. È un volto sui manifesti, una voce che viene dal teleschermo. Possiamo essere ragionevolmente certi che non morirà mai. Già adesso non si sa con certezza quando sia nato. Il Grande Fratello è il modo in cui il Partito sceglie di mostrarsi al mondo. Ha la funzione di agire da catalizzatore dell'amore, della paura e della venerazione, tutti sentimenti che è più facile provare per una singola persona che per una organizzazione.»
Soltanto nella propaganda, il Grande Fratello è presentato come persona: è uno dei fondatori del Partito (Stalin?) insieme a Goldstein (Trotsky?).
Se in Nineteen-eighty-four di Orwell il Grande Fratello è una figura leggendaria che sconfina nell’astrazione, nei nostri gironi – e non più nel disgregato modello sovietico, ma anche e soprattutto nella società occidentale – Big Brother è una realtà accertata e acclarata in rebus: si chiami Data-gate o, in modo ancor più inquietante e invasivo perché penetra nelle nostre cellule e nel nostro genoma, DNA-gate …
Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/fantascienza-narrativa-straniera/discussions/review/id:34730/