Le recensioni di Bruno Elpis
“La primavera romana della siggnora Stone” di Tennessee Williams (qlibri)
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Alla deriva?
Lo dice anche il titolo: la primavera tardiva della signora Stone sboccia in quel di Roma. La Roma delle “cupole delle vecchie chiese, che si inturgidivano al disopra dei tetti angolosi come seni giganteschi”. La Roma che possiede “l’immensa cascata di gradini di pietra che da Trinità dei Monti scende a Piazza di Spagna”. La Roma mondana di via Veneto. Quella equestre di Villa Borghese.
La signora Stone, a Roma, vive una stagione piuttosto difficile: “Vi sono periodi in cui la vita si vela di un senso di irrealtà, in cui si smarrisce ogni certezza… In tali momenti, si ha la sensazione di andare alla deriva, se non di essere sommersi, in un mondo di vapori e di acque che ci incalzano con furia violenta, tumultuanti”.
Se avete provato queste sensazioni, ebbene sappiate che state andando alla deriva, proprio come la signora Stone. Può risultare allora interessante conoscere come vive questa drammatica, smottante stagione la protagonista dell’unico romanzo scritto dal drammaturgo di “Zoo di vetro”, “Un tram che si chiama desiderio” e “La gatta sul tetto che scotta”.
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L’immoralista di André Gide (qlibri)
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Tesi, antitesi e sintesi (parte prima)
La tesi: L’immoralista (1902)
Manifesto delle inquietudini e degli estremismi intellettuali che alimenteranno la letteratura mondiale del Novecento, L’immoralista di André Gide ha per protagonista Michel, filologo che sposa Marceline, un raro esempio di devozione coniugale riversato su un marito che ha in sé il germe della distruzione.
Il viaggio di nozze ha per destinazione l’Africa: lì Michel contrae la tubercolosi e soltanto le cure amorevoli della moglie lo trattengono in vita. Ma l’esperienza della malattia e la prospettiva della morte inducono nell’intellettuale una nuova concezione della vita: la filosofia elaborata è terribile, perché sospinge Michel a valorizzare aspetti della personalità repressi, senza porsi vincoli morali.
Il giallo d’arte di Malgradopoi è “Blanca” di Patrizia Rinaldi
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Di Patrizia Rinaldi (cliccando sul nome sarete indirizzati al suo sito personale) ci siamo occupati in passato quando abbiamo commentato “Tre, numero imperfetto”. Già in quell’occasione abbiamo avuto modo di scoprire una scrittura originale, vibrante, inconsueta.
Poi l’abbiamo intervistata, e ci siamo riconfermati: Patrizia Rinaldi ha una sensibilità straordinaria, che trasfonde con apofonie e gradazioni varie nel personaggio di Blanca da lei creato.
Ci aveva incuriosito quanto di lei afferma Maurizio De Giovanni, uno dei maestri della narrativa italiana, definendo la sua scrittura “sinuosa, morbida e affascinante” e la storia “un romanzo di genere fuori dal genere.”
In realtà “Tre, numero imperfetto” è il secondo episodio che ha per protagonista Blanca. Oggi, in libreria con le Edizioni e/o, Patrizia Rinaldi propone ai suoi affezionati lettori “Blanca”, il romanzo che è l’antecedente di “Tre, numero imperfetto”. E concordiamo con Francesco Durante che sul Corriere del Mezzogiorno – come si legge anche nella quarta di copertina - ha qualificato l’opera “un giallo caratterizzato da una rimarchevole consapevolezza stilistica”.
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Sherlock Holmes: Uno studio in rosso di Arthur Conan Doyle (qlibri)
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Incontrarsi, conoscersi, piacersi, accasarsi.
Non sto parlando di due che si sposano, bensì...
Nell’episodio di esordio del più famoso tra gli investigatori, Arthur Conan Doyle narra l’incontro di quella che resterà una delle più celebri coppie della letteratura gialla: il dottor Watson, reduce dalla guerra in Afghanistan (quella del 1878!) e abile narratore, e Sherlock Holmes, che del metodo deduttivo è grande teorico, oltre che ottimo pratico.
INCONTRARSI
Il reduce Watson è malandato e deperito. Cerca casa a Londra e incontra Sherlock Holmes grazie a una conoscenza comune:
“Il dottor Watson, il signor Sherlock Holmes, ci presentò Stamford.”
“Questo mio amico sta cercando un domicilio; e dal momento che lei si lamentava di non trovare qualcuno disposto a divider le spese con lei, ho pensato che avrei fatto bene a mettervi in contatto.”
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