Le recensioni di Bruno Elpis
La chimica delle lacrime di Peter Carey (qlibri)
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Anatra o cigno?
Peter Carey è autore che ha vinto ben due volte il Booker Prize. Conseguenza ovvia di questa circostanza: avvicinarsi al suo romanzo con aspettative alte.
La storia de “La chimica delle lacrime” è la storia di due dolori paralleli. Quello di Catherine, nostra contemporanea; quello di Henry, vissuto nell’ottocento. Ciascuno dei due protagonisti – a ritmo alterno – dà il nome ai capitoli. I due dolori, sembra dire l’autore, sono come le rette parallele e si incontrano all’infinito. In capitoli che recano il nome di entrambi.
Il dolore di Catherine
Catherine Gehrih è sovrintendente al Museo Swinburne. Scopre che il proprio amante è morto. Annega nel dolore (“Chiudo le finestre in modo che nessuno possa sentirmi piangere”), che vanamente cerca di sedare in modo artificiale.
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Premio Campiello 2013: L’amore graffia il mondo di Ugo Riccarelli
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Quante volte, da bambini, siamo stati rapiti dalla realizzazione di una figura di carta? Si sia trattato di una barchetta, di un cappellino o di una fila di sagome umane che si aprono dopo un abile ritaglio…
Qualcosa di simile accade a Signorina, figlia di ferroviere, che in un incontro magico scopre un’abilità straordinaria nelle proprie mani. Tutto accade quando un ometto dagli occhi a mandorla le regala un abito di carta, confezionato in quattro e quattr’otto sotto gli occhi esterrefatti della bambina, che presto realizza di avere la medesima abilità intravista “giù alla stazione, sulla banchina, da un omino con gli occhi a sghimbescio.”
“L’amore graffia il mondo” è la storia delle occasioni mancate di una bambina sensibile e intelligente, che poi diventa donna con il senso della modestia, del sacrificio, della rinuncia.
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Il nuovo venuto di Marco Vichi (qlibri)
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Per chi parteggiare?
Romanzo che ha vinto il premio Fedeli nel 2004, è ambientato – come gli altri che hanno per protagonista il commissario Bordelli – nella Firenze degli anni sessanta. Per la precisione, qui siamo nel dicembre del 1965.
Con un paio di forbici conficcate nella nuca, viene ritrovato ucciso Totuccio Badalamenti. Nella sua vita, la vittima non è certo stata uno stinco di santo: praticava infatti uno dei più ignobili “mestieri”, era uno … strozzino! E veniva chiamato dalla gente "il nuovo venuto". Durante le indagini emerge che in molti vivono la morte dell’usuraio con soddisfazione, quasi a dire: “Ben ti sta!”.
Carthago di Franco Forte (Malgradopoi)
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Proposto nel mese di luglio dal Corriere della Sera nella collana dedicata ai “grandi romanzi storici”, Carthago narra di uno degli antagonismi più celebri della storia antica, come recita il sottotitolo: “Annibale contro Scipione l’Africano” nella seconda guerra punica.
E proprio sulla contrapposizione tra due termini di paragone così antitetici fonderò questo mio commento, io stesso vittima del più diffuso tra gli atteggiamenti psicologici nel quale versa il lettore/spettatore – come dinnanzi al più classico dei film western: sto con i cow boys o con gli indiani di Geronimo? – che si interroga su chi parteggiare.
Perché Annibale e Scipione agiscono ciascuno sul proprio piano (“Annibale Barca. Un cartaginese che, per qualche motivo, sentì che avrebbe presto incontrato, come se i loro destini dovessero prima o poi intrecciarsi”), quasi due rette parallele, che però si incontrano/scontrano nella battaglia finale: a Zama.