Le recensioni di Bruno Elpis
“Pier Vittorio Tondelli o la scrittura delle occasioni autobiografiche” (qlibri)
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Dalle Edizioni Sinestesie giunge un prezioso testo, disponibile in formato e-book, che raccoglie saggi e testimonianze su Pier Vittorio Tondelli: l’autore di romanzi come “Rimini” e “Camere separate”, intellettuale, maître à penser e saggista assai valorizzato dalla critica contemporanea e riscoperto come personaggio chiave per comprendere fenomeni letterari come quello dei “Cannibali” degli anni novanta.
“Il presente volume, che si rivolge tanto a specialisti quanto a lettori esperti, vuole essere un’occasione da non perdere, per tornare a leggere e rileggere, studiare nuovamente, oggi, dopo oltre vent’anni dalla sua morte, l’Opera del mittente dei Biglietti agli amici”.
Nella raffinata introduzione che prelude a capitoli monotematici e récit, Angelo Favaro vede in Tondelli “un exemplum di quelle occasioni che si potrebbero perdere, se non si fa attenzione, o che forse si sono già perdute, perché si sono lasciate sfuggire”.
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I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante (qlibri)
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The coldest days of my life
Chi se la ricorda la canzone anni settanta dei Chi-Lites?
Potrebbe fare da colonna sonora a questo romanzo, con il quale
Elena Ferrante ci getta nel vuoto. Lasciando un senso di assenza, di mancanza, di inadeguatezza. Di estraniazione e di estraneità.
Fin dalle prime pagine irrompe sulla scena – personaggio solitario e abbandonato – Olga. Moglie e madre di due figli, è stata improvvisamente lasciata dal marito (“tranquillo per anni, senza un solo attimo di disorientamento, e poi all’improvviso scombussolato da un niente”): Mario le ha preferito una donna più giovane e si è allontanato dalla famiglia per “un improvviso vuoto di senso”.
Con questo distacco si apre il periodo doloroso de “I giorni dell’abbandono”, durante il quale la protagonista viene risucchiata nella disperazione che si manifesta innanzitutto in anoressia (non in senso patologico), insonnia e disattenzioni che potrebbero risultare fatali.
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Blanca di Patrizia Rinaldi (qlibri)
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Pozzuoli, Puteoli, piccoli pozzi
I casi estivi
Il commissariato di Pozzuoli è investito, oltre che dal caldo, da quelli che un’informazione malata e sempre assetata di sensazionalismo chiama “i casi estivi” (“…come fossero ombrelloni”!)
Tutto comincia con un’esecuzione nell’ambiente della malavita.
Poi il commissariato si trasforma in una succursale del programma TV “Chi l’ha visto?”, perché piovono in successione alcune denunce di scomparse di ragazzi (“Che cos’era quella coincidenza di ragazzi scomparsi?”).
La prima riguarda Vittorio: “Il figlio dei coniugi Marchòv - Di Somma, famosi imprenditori del settore alimentare che operano in Campania, conosciuti in tutto il mondo, è scomparso ieri sera da Pozzuoli. Allontanamento volontario? O piuttosto dobbiamo avanzare l’agghiacciante ipotesi del rapimento?”
Vipera di Maurizio De Giovanni (qlibri)
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Il mestiere di vivere
In un precedente commento all’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni ho cercando di rispondere alla domanda: perché il commissario Ricciardi è così amato? Qui commenterò “Vipera” per apprezzarne intreccio, atmosfere e sfondi. A partire dal …
… POSTRIBOLO!
L’omicidio sul quale indagano Ricciardi e il brigadiere Maione avviene … in Paradiso! Che però è una casa di tolleranza d’alto bordo. Corre l’anno 1932 e siamo in piena epoca fascista. L’assassinio sembra dimostrare che “l’amore contendeva alla fame il triste primato di maggior generatore di morte e delitto.” In “un posto dove, insieme a tutti i soliti altri liquidi, era scorso anche il sangue. “ Anzi no, niente sangue: perché la vittima è stata soffocata.