Le recensioni di Bruno Elpis
“Sogni di sangue” di Lorenza Ghinelli (qlibri)
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Tre palpebre per una donna-coccodrillo
Enoch è un ragazzino di tredici anni e ha un problema di deambulazione: “Avrebbe preferito che gliele avessero tagliate, quelle gambe, piuttosto che costringerlo a camminare come Frankenstein dentro a tutori di metallo, rigidi, freddi, scomodissimi. Wall-e, lo chiamano così a scuola … come il robot di un film della Pixar…”
Scopriremo poi che soffre di “artrite idiopatica giovanile” che causa “un’infiammazione cronica e persistente alle articolazioni.”
Il suo problema fisico lo costringe a subire i soprusi dei compagni (“una spinta … lo fa barcollare come una marionetta fallata”), verso i quali nutre sentimenti di paura e astio (“Nel cuore di Enoch c’è un mare in tumulto, ora. E un odio sincero che gli germoglia in petto come un papavero nero”).
Poi il capo dei bulli, Alex, scompare…
Durante di Andrea De Carlo (qlibri)
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Un personaggio alternativo
Pietro e Astrid, come già i protagonisti di “Due di due”, hanno scelto di abitare nelle colline marchigiane e svolgono un’attività ecologica e alternativa: tessono stoffe al telaio, un lavoro artigianale che però talvolta deve fare i conti con gli impegni di consegna. In un paesaggio idilliaco, curano l’orto e frequentano il vicinato, se così si può chiamare la gente che vive in proprietà comunque distanziate sulle colline dell’urbinate.
All’improvviso giunge lì Durante, un uomo vagabondo che vive al di fuori di ogni convenzione e che spiazza il prossimo: non pratica regole convenzionali, possiede una schiettezza primordiale, ha un rapporto privilegiato con i cavalli, ha lo sguardo profondo e… fa breccia nel cuore delle donne, soprattutto perché è istintivo e le sa ascoltare. La sua presenza diviene destabilizzante e le dicerie sul suo conto sono alimentate dalla diffidenza e dalla malevolenza umana: sarà un delinquente o un truffatore?
Il ballo di Irène Némirovsky (qlibri)
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L’iniziazione
Ne “Il ballo” Irène Némirovsky utilizza la formula dell’iniziazione per scatenare furore e fulmini su uno dei conflitti che caratterizzano le sue opere: quello tra madre e figlia, in una concezione del rapporto “che non prevede reciprocità e condivisione e neppure complicità, ma solo concorrenza e esclusività” (dalla prefazione di Maria Nadotti).
Storia, società, etnologia e antropologia pullulano di “riti di passaggio”: l’investitura del cavaliere nel medioevo, “i balli delle debuttanti” o le feste di addio al celibato in epoca più recente, la cerimonia accademica del conferimento della laurea, i riti che certe etnie riservano alla fase del passaggio all’età adulta … in fondo sono tutti esempi della medesima struttura.
La casa degli ulivi di Manuela Stefani (qlibri)
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Le tinte forti del Mediterraneo
Anna è una quarantenne milanese che conduce una vita malinconica e poco emozionante. Grazie a un'inserzione letta casualmente sul Corriere della Sera decide di trascorrere la propria vacanza estiva nella Casa degli Ulivi: una masseria nella campagna calabrese tra le colline del crotonese e la marina ionica. Lì giunge con la speranza di riposare, conoscere luoghi nuovi e, perché no, anche in cerca di occasioni per riscattare la monotonia della sua vita impiegatizia.
L'impatto con la Calabria è una scossa di emozioni: il profumo della natura, il sole accecante, i colori nitidi, primo fra tutti quello del mare cristallino. Proprio lì, su una spiaggia deserta, avviene l’incontro con una creatura mitologica, bella e nuda: e Anna sperimenta il brivido erotico, a cielo aperto, grazie a Rocco, pescatore orfano di padre e forse in cerca di una figura materna.
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