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Le recensioni di Bruno Elpis

Durante di Andrea De Carlo (qlibri)

coverUn personaggio alternativo 

Pietro e Astrid, come già i protagonisti di “Due di due”, hanno scelto di abitare nelle colline marchigiane e svolgono un’attività ecologica e alternativa: tessono stoffe al telaio, un lavoro artigianale che però talvolta deve fare i conti con gli impegni di consegna. In un paesaggio idilliaco, curano l’orto e frequentano il vicinato, se così si può chiamare la gente che vive in proprietà comunque distanziate sulle colline dell’urbinate.
All’improvviso giunge lì Durante, un uomo vagabondo che vive al di fuori di ogni convenzione e che spiazza il prossimo: non pratica regole convenzionali, possiede una schiettezza primordiale, ha un rapporto privilegiato con i cavalli, ha lo sguardo profondo e… fa breccia nel cuore delle donne, soprattutto perché è istintivo e le sa ascoltare. La sua presenza diviene destabilizzante e le dicerie sul suo conto sono alimentate dalla diffidenza e dalla malevolenza umana: sarà un delinquente o un truffatore?

Gli uomini sono sempre più turbati da un profilo non riconducibile ad uno schema; e Pietro è sempre più indispettito dalla frequentazione di Astrid e Durante (“Avrei voluto gridare che era tutta una storia insensata, fondata sulla messa in scena di Durante e sul loro bisogno di credere in qualcosa di più suggestivo di una semplice catena di reazioni chimiche…”). Poi, lo stesso Pietro ha modo di conoscere l’intruso durante un viaggio per l’Italia e, con lui, percorrerà un travagliato itinerario verso la consapevolezza e la libertà.
Ritroviamo in questo romanzo molti temi cari a De Carlo.
Innanzitutto l’ambientazione in un ideale vagheggiato di ritorno a forme elementari e artigianali di vita: come disse l’autore in un intervista “Le Marche mi piacciono perché sono molto meno conosciute di altri posti, come la Toscana, la Liguria o anche l'Umbria. Sono anche più difficili da raggiungere, meno vicine alle rotte tradizionali. Mi capita spesso di scoprire gente che non sa dove sia Urbino, o che pensa che Pesaro sia in Romagna, o Ascoli in Abruzzo. E mi piace lo spirito schivo ma non chiuso dei marchigiani: bisogna conoscerli per entrare in comunicazione. Lo stesso vale per i luoghi, che non sono quelli "facili" e "ideali" del Chianti. Volevo rappresentare un posto più vero e faticoso, che mi corrisponde molto."
Poi il tema del viaggio, tanto caro alla beat generation.
E quello dell’insoddisfazione umana nel conflitto tra l’esigenza di tranquillità, la voglia di stabilità e il desiderio della libertà. In un autore che ha questa convinzione: “Un lettore contribuisce alla creazione di un romanzo quanto chi l’ha scritto. Se non investe tutta la sua immaginazione, i suoi sentimenti, i suoi ricordi nella lettura, le pagine stampate che ha davanti restano inerti, senza senso... Spero che ognuno abbia voglia di costruirsi la propria storia, unica e diversa da quella di chiunque altro. Del resto, leggere è una delle poche esperienze davvero personali che siano rimaste.” Un autore che partecipa  alla campagna di GreenPeace “Scrittori per le foreste”…

 

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-italiana/discussions/review/id:36396/