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Le recensioni di Bruno Elpis

Un’idea di felicità di Luis Sepulveda e Carlo Petrini (qlibri)

coverUn idea di felicità” è un interessante saggio e si articola in tre parti. 

PARTE PRIMA - Conversazione tra Carlo Petrini e Luis Sepulveda 

I due autori dialogano, prendendo spunto dall’ultima opera di Sepulveda (“In diversi contesti etnici la lumaca è un simbolo di equilibrio”) e abbozzano le idee (“Io penso che il diritto al piacere sia un diritto universale di tutta l’umanità, non solo della parte ricca”) che poi ciascuno svilupperà nelle due parti successive.
Luis Sepulveda e Carlo Petrini argomentano in armonia (“Ci unisce… un sentimento di comunanza ideale: tu sei stato, e sei, un sincero combattente per la democrazia, per i diritti civili”), con uno sguardo privilegiato al Sud America, alle illusioni politiche (“L’attuale presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, uno dei comandanti della rivoluzione sandinista, ora ha un patrimonio personale di milioni di dollari e ville all’estero”) e sempre criticando “il culto della velocità”. 

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Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico di Luis Sepulveda (qlibri)

I luoghi comuni 

Luis Sepulveda afferma a proposito di quest’opera: “Ho cercato di raccontare il grande valore dell’amicizia, e di concentrarmi di nuovo sulla diversità, ma in particolare sulla possibilità anche per chi ha una disabilità di vivere una vita pienamente normale.”
L’amore per i gatti viene dichiarato esplicitamente dallo scrittore cileno nel saggio “Un’idea di felicità” e si connette anche a un curioso episodio biografico. Ad Amburgo un astrologo cinese gli confidò: “Molte vite fa, sei stato un gatto, e un gatto felice, perché eri il gatto prediletto di un mandarino… l’idea mi piacque… l’astrologo cinese, lui mi consegnò tre piccoli gatti di porcellana… Fai in modo che abbiano sempre da mangiare, ma senza esagerare.” 

La storia della fiaba è semplice: Mix è un gatto bianco e nero dal profilo greco (“che metteva in risalto i suoi grandi occhi gialli”), ama  esplorare il tetto del palazzo ove vive, guardare il mondo dietro ai vetri e tener compagnia all’amico Max.

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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepulveda (qlibri)

gabbiano

Genesi di una favola 

Luis Sepulveda rivela la genesi de “La gabbianella e il gatto” in “Un’idea di felicità”, un saggio scritto dallo stesso scrittore cileno con Carlo Petrini.
Andai alla biblioteca pubblica per prendere i libri che i miei figli dovevano leggere per quel trimestre… erano libri per piccoli idioti… non contenevano alcun valore…”
La reazione di Sepulveda è orgogliosa: “Voglio scrivere qualcosa per condividere con i piccoli lettori, con questa umanità di pochi anni, i valori che sono importanti per me… Così è nata la mia prima favola, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, che è diventata una sorta di libro generazionale…”

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Psycho di Robert Bloch (Milanonera)

“Il Saggiatore” riscopre le fonti letterarie dei film di Hitchcock e, naturalmente, in questo percorso non può mancare “Psycho” di Robert Bloch. 

Norman Bates gestisce un motel tanto sinistro quanto poco frequentato (“Tutti ormai prendono la nuova strada”): è un uomo solitario e vive con l’anziana madre (“La mamma era… strana… a proposito di certe cose”) in una tetra stamberga appollaiata su un’altura che domina lo spiazzo del motel.

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