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Le recensioni di Bruno Elpis

La favola di Eros e Psiche di Apuleio (qlibri)

Una gocciolina di olio bollente 

La favola di Eros e Psiche” occupa tre degli undici libri delle Metamorfosi di Apuleio e, negli strati narrativi dell’opera, possiede una propria autonomia. Il mito si presta ottimamente a diverse letture e consente a lettori intemperanti o fantasiosi di sbizzarrirsi e avventurarsi in interpretazioni più o meno libere, più o meno fedeli al contesto storico... 

La bellezza che esprimono i due amanti è una rappresentazione plastica del maschile e del femminile. E delle diverse connotazioni che il sentimento assume in polarità opposte. 

In modalità psicanalitica, il buio al quale Psiche viene costretta è l’inconscio, Eros la pulsione, la visione di Eros è la causa del malessere psichico, le prove alle quali viene sottoposta Psiche sono il percorso terapeutico che porta alla coscienza. 

In chiave erotica la vicenda esprime la volatilità dell’amore fisico, la dissolvenza della sensualità, la complessità del percorso sentimentale, l’eternità della fusione amatoria. 

In senso metafisico, Amore si unisce all’Anima e le regala l’immortalità: dall’unione nasce il Piacere… 

Ma la storia è bella in sé: nel rappresentare una passione contrastata che accetta di sostenere sfide e prove pur di coronare un fantastico sogno d’amore. Talmente bella che ha stimolato il senso estetico di pittori e scultori e ispirato opere a non finire: gli affreschi della loggia di Psiche di Villa Farnesina a Roma ad opera di Raffaello e della sua scuola, Amore vincitore del Caravaggio, la composizione scultorea di Canova… solo per citarne alcune. 

Bruno Elpis 

“… Psiche, senza accorgersene, s’innamorò di Amore. E subito arse di desiderio per lui e gli si abbandonò sopra e con labbra schiuse per il piacere, di furia, temendo che si destasse, cominciò a baciarlo tutto con baci lunghi e lascivi.
Ma mentre l’anima sua s’abbandonava a quel piacere, la lucerna maligna e invidiosa…” 

http://www.qlibri.it/recensioni/classici-narrativa-straniera/discussions/review/id:43091/