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Le recensioni di Bruno Elpis

Accabadora di Michela Murgia (qlibri)

coverL’ultima madre che molti hanno visto 

Tzia Bonaria Urrai è l’Accabadora di Michela Murgia.
Di giorno pratica l’attività di sarta (“In ginocchio con il metro di pelle si muoveva rapida come un ragno femmina”).
Di notte conduce una doppia vita (“Ha chiesto lui di me?”).
E interpreta un ruolo (“Io sono stata l’ultima madre che molti hanno visto”) che la vita (“Eroe era il maschile singolare della parola vedove”) e la collettività con le sue pratiche ancestrali le hanno assegnato. 

Maria è una ragazza intelligente, rifiutata dalla madre naturale per una sorta di “aborto retroattivo”, manifesta il suo disagio con piccoli ingenui furti. Viene accolta nella casa di Bonaria come “fill’e anima”.
Quando scopre la vera identità di accabadora della propria madre adottiva, si ribella, insorge, fugge… salvo tornare per adempiere ai suoi doveri di riconoscenza nell’occasione dell’agonia della madre adottiva. 

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Gli uccelli e altri racconti di Daphne Du Maurier (i-libri)

Al primo di questi racconti (“Gli uccelli”) s’ispirò Alfred Hitchcock per il suo film cult “Birds”. Lo spunto della tensione è il medesimo, ma Hitchcock sviluppa una nuova storia prendendo spunto dall’idea di Daphne Du Maurier

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Il futuro di una volta di Serena Dandini (qlibri)

coverL’uomo è il passato della donna 

Serena Dandini ci ha fatto tanto ridere ai tempi di Avanzi. Oggi torna in veste di romanziera  e rischia di strappare qualche lacrima (“La mamma… aveva previsto tutto, ma non la varietà della pianta. Elena fu felice di sceglierla per lei”) conIl futuro di una volta.
Perché i protagonisti del romanzo sono i reduci del Sessantotto (“Erano figli di un dio minore, ma di un pantheon psichedelico”), quei giovani che hanno sognato l’amore libero e una società fondata sull’immediatezza dei rapporti, magari vissuti nell’utopia e nella magia esotica delle spiagge di Goa. Quei giovani (“Non si sa come, erano riusciti a passare attraverso le forche caudine del terrorismo e dell’eroina, scivolando con grazia tra le strette feritoie che la politica e la droga avevano lasciato libere”), oggi ultrasessantenni che ancora vivono ripiegati su un sogno che le dinamiche storiche e sociali hanno negato. 

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Chirù di Michela Murgia (qlibri)

coverNon capitoli, ma lezioni 

A chi si accinga a leggere Chirù di Michela Murgia - la storia di un’educazione sentimentale e professionale sui generis impartita da Eleonora all’aspirante violinista Chirù – rivolgo un avvertimento: fate attenzione alle parole in sardo contenute nella narrazione!
Sono peraltro convinto di non compiere un’azione di SPOILER se riporto l’ultima frase del romanzo: “Nelle orecchie e nella terra sentivo solo il rumore di una parola ossessiva che non smetteva di risuonare al ritmo inesausto del mio cuore. Una parola in sardo.
Diversamente, il potenziale lettore potrebbe avere il mio destino: quello di andare – a lettura ultimata - alla disperata ricerca di questa parola nel romanzo, senza più ritrovarla… Salvo immaginarla, questa parola, per fornire l’interpretazione più autentica della vera natura dell’allievo Chirù. 

Eleonora è un personaggio che non si lascia amare facilmente, neppure dal lettore: per via del suo essere così didascalica, pur nella ribellione di fondo che la caratterizza. Quasi avesse sempre la verità in tasca, pur nel relativismo del quale la maestra è assertrice. 

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