Le recensioni di Bruno Elpis
La strana biblioteca di Murakami Haruki (qlibri)
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A causa della luna nuova
“La strana biblioteca” di Murakami Haruki è davvero bizzarra: nell’interrato nasconde un labirinto e una prigione, nella quale finirà il malcapitato protagonista (“Ma come facevo a scappare? Avevo una pesante palla di ferro attaccata alla caviglia…”), lì relegato da un vecchio demonio che ha oscuri e crudeli intendimenti.
Il racconto si svolge secondo il ritmo del sogno, con le stravaganze (“… è una cosa che succede in tutte le biblioteche. Più o meno”), le sorprese (“Era molto pallida, ed era diventata quasi trasparente…”) e il linguaggio che sono propri dell’attività onirica. Sull’incubo aleggia la paura di perdere la figura materna e un animale domestico (“? a causa della luna nuova, - disse. – Ci porta via tante cose”).
Le illustrazioni di Lorenzo Ceccotti non riscattano quella che sembra essere più una trovata commerciale che un’opera letteraria.
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Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes (i-libri)
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Quando un libro si commenta da sé
Traiamo spunto dall’articolo odierno del prof. Angelo Favaro – un paradigma di come la letteratura possa essere interiorizzata, interpretata e vissuta nell’esperienza personale – per comporre un acronimo ricavato dai brevi prologhi al lessico dell’AMORE, magicamente ricamato nei Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes.
Abbraccio – Per il soggetto, il gesto dell’abbraccio amoroso sembra realizzare, per un momento, il sogno di unione totale con l’essere amato.
Magia – Nella vita del soggetto amoroso, non importa a quale cultura esso appartenga, non mancano mai le consultazioni magiche, i piccoli riti segreti e le azioni votive.
Osceno – Screditata dall’opinione moderna, la sentimentalità dell’amore deve essere recepita dal soggetto amoroso come una grave trasgressione, che lo lascia solo ed esposto; attraverso un rovesciamento di valori, ciò che oggi rende osceno l’amore è proprio quindi questa sua sentimentalità.
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I ragazzi selvaggi di S. Burroughs (qlibri)
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Meteoragazzi con nuvole e arcobaleni
Chi sono “I ragazzi selvaggi” diWilliam Seward Burroughs?
Posso tentare di rendere l’idea con alcuni aggettivi?
Sono aggressivi e felini (“Ragazzi-gatto foggiano artigli cuciti in spessi guanti di cuoio allacciati intorno a polso e avambraccio, e gli artigli curvi e cavi sono imbottiti di pasta di cianuro”).
Sono zoomorfi (“Ragazzi-serpente in sospensori di pelle di pesce nuotano fuori dalla baia. Ciascun ragazzo ha un serpente marino velenoso e maculato intorno al braccio).
Sono licenziosi, provocatori ed estetizzati (“Meteoragazzi con nuvole e arcobaleni e aurore boreali negli occhi scrutano il cielo”).
Cosa combattono?
“Intendiamo schiacciare la macchina poliziesca ovunque… Intendiamo distruggere ogni sistema verbale dogmatico. Il nucleo familiare tutte le sue appendici cancerogene sotto forma di tribù, paesi, nazioni saranno eliminati alla radice. Non vogliamo più sentire alcun linguaggio familiare, linguaggio materno, linguaggio paterno, linguaggio da sbirro, linguaggio da prete…”
La perla di John Steinbeck (qlibri)
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Kino aveva trovato la Perla del Mondo
Che “La perla” di John Steinbeck sia un apologo a sfondo etnico lo si capisce dall’attacco: gli indigeni Kino e Juana sono disperati, il figlioletto Coyotito è stato morso da uno scorpione nella povera capanna ove spadroneggia la miseria (“Quel dottore non era della sua gente. Quel dottore era di una razza che da quasi quattrocento anni batteva e derubava e affamava e disprezzava la razza di Kino…”).
È quindi ovvio che il ritrovamento di una grossa perla rappresenti un’opportunità di riscatto dalla povertà e uno strumento per affrancare Coyotito dal futuro che lo attende…
O forse la perla, più che promessa di un domani migliore, è causa di sfortuna, come lascerebbero presagire le disgrazie che si abbattono dopo il ritrovamento del gioiello naturale?
E quella fuga tra sinistre avvisaglie (“I coyotes gemevano e ridevano nei cespugli, e le civette gracchiavano e fischiavano sulle loro teste”) e pericoli (“Mostruosi rospi guardavano la famiglia passare e giravano le piccole teste di drago”), dove mai porterà?