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Le recensioni di Bruno Elpis

Il sogno di una cosa di Pier Paolo Pasolini (qlibri)

coverGioventù dell’altra riva del Tagliamento 

I sogni del dopoguerra e un Friuli georgico impregnano le atmosfere de “Il sogno di una cosa” di Pier Paolo Pasolini. 

Nella prima parte (1948) prevale la storia collettiva di tre giovani (“Da Ligugnana, Rosa e San Giovanni, che erano i loro paesi, senza sapere l’uno dell’altro, Nini Infant, Milio Bortolus e Eligio Pereisson…”) che emigrano – chi in Jugoslavia (“Così si spinsero lungo la spiaggia, a cercare un posto dove fare il bagno senza pagare”), chi in Svizzera (“Siamo arrivati in Svizzera di notte”) – alla ricerca di un benessere più illusorio che reale (“Io ero ormai annoiato di Anna Marì”). 

Nella seconda parte (1949) affiorano le vicende individuali dei protagonisti sullo sfondo delle sommosse popolari (“I dimostranti cominciarono a dilagare in lunghe e disordinate colonne”) orchestrate dalle sezioni del partito (“Erano tutti in piazza, intorno al palazzetto dei conti Spilimbergo… che erano un osso duro”). In questo contesto sboccia l’amore acerbo e infelice di Cecilia (“Come un angioletto, con quelle due treccione che le incorniciavano la faccia da pecorella”) per Nini. 

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La casa di luce di Sergio Bambaren (i-libri)

In questo ennesimo romanzo naturalistico, Sergio Bambaren racconta come “il sognatore” decida di abbandonare la carriera al suo apice, per rifugiarsi sulle rive dell’oceano (“Il posto di cui parlo nel libro esiste davvero e le immagini dell’inserto lo testimoniano”) ove costruire La casa di luce (Così la Casa di Luce divenne un rifugio per molte creature…”).

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La strana biblioteca di Murakami Haruki (i-libri)

La strana biblioteca” è un racconto lungo di Murakami Haruki, illustrato da Lorenzo Ceccotti

Già quando il protagonista si rivolge alla bibliotecaria con la sua richiesta un poco insolita e l’impiegata lo conduce nell’interrato (“Come poteva la nostra biblioteca cittadina avere nel sottosuolo un labirinto di tali dimensioni?”), è subito chiaro che il giovane sta varcando la dimensione della veglia per entrare in un sogno-incubo con tanto di persecutore (“Il vecchio… sotto le lunghe sopracciglia bianche, i suoi occhi brillarono come quelli di una capra al tramonto”) e contenuto latente da ricercare sotto il contenuto manifesto. 

Del sogno, la narrazione mutua i meccanismi di condensazione, spostamento (“Era lo stesso cane che mi aveva morso tanti anni prima”), drammatizzazione (“Signor Uomo pecora – gli chiesi, – perché quel vecchio vuole mangiare il mio cervello?”), simbolizzazione (su tutte, il labirinto: “La fregatura, con i labirinti, è che soltanto alla fine sai se hai preso la strada giusta”) e rappresentazione per l’opposto (“Perché finisco sempre col dire e col fare quello che non mi va?”). 

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L’infinito tra parentesi di Marco Mavaldi (i-libri

coverNella sua nuova opera, che per genere si discosta dai romanzi gialli che hanno caratterizzato la precedente produzione, Marco Mavaldi valuta se sia possibile mettere “L’infinito tra parentesi”.
Il tentativo è pregevole, perché nei vari capitoli l’autore documenta l’idea di fondo, ossia la considerazione che la letteratura, segnatamente la poesia, per intuizione o per fortuna spesso anticipa alcuni principi e/o teorie scientifiche.
E se questa idea è di tutta evidenza nell’atomismo epicureo del De rerum natura di Lucrezio, che costituisce un illustre antenato della teoria molecolare, in modo più velato i microreticoli metallici sembrano trovare il proprio avo nell’espediente che nell’Odissea Efesto mette in atto per smascherare la relazione adulterina tra Ares e Afrodite.

L’occasione è ghiotta per selezionare alcune bellissime poesie, da assumere come presupposto per sviluppare e documentare il ragionamento illustrato con tanto di diagrammi e in affondi nelle teorie e discussioni scientifiche, che potrebbero tuttavia annoiare chi non abbia uno specifico interesse per tale ambito.

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