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Le recensioni di Bruno Elpis

La cura Schopenhauer di Irvin Yalom (qlibri)

coverMaya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi 

Nel romanzo di Irvin Yalom, La cura Schopenhauer è il sistema che Philip Slate ha adottato per guarire dalla sua mania compulsiva: una sorta di satiriasi che in gioventù lo induceva a consumare rapporti sessuali su larga scala, in modo sfrenato e senza amore. Salvo poi rifugiarsi nelle letture (“Lettore vorace di classici, storia e filosofia: niente narrativa, niente attualità”), l’unica fonte di soddisfazione vera  (“L’importante è avere il maggior tempo possibile della serata per leggere prima di andare a letto”).
Per questa patologia Philip era stato in cura da Julius Hertzfeld: quando a quest’ultimo viene diagnosticato un melanoma incurabile, lo psicoterapeuta ricontatta l’ex paziente che nel frattempo si dichiara guarito grazie alla filosofia di Schopenhauer, il filosofo che ha smascherato i trucchi e le rappresentazioni della Volontà. 

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Pasolini di Davide Toffolo (qlibri)

coverHanno detto che ho tre idoli 

Non sono un appassionato di graphic novel, ma devo ammettere che “Pasolini” di Davide Toffolo mi ha incuriosito e coinvolto. 

L’autore-illustratore finge di realizzare un’intervista a tappe con il poeta (“La storia della mia vita è la storia dei miei libri perché sono uno scrittore”) e, in un percorso piuttosto aspro, finalmente trova una propria originale modalità per incontrarlo. 

Tra i tanti spunti, ho trovato particolarmente intensa la rappresentazione di una delle ossessioni artistiche del poeta (“I maestri sono fatti per essere mangiati”), che viene ricondotta a un episodio dell’infanzia (“Guardavo un depliant di un film in cui era raffigurata una tigre che faceva a pezzi un uomo… sembrava che la tigre avesse già mezzo ingoiato l’uomo… Il primo film che vidi…”). 

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Dove troverete un altro padre come il mio di Rossana Campo (i-libri)

coverRossana Campo si è aggiudicata il Premio Strega Giovani 2016 con il romanzo Dove troverete un altro padre come il mio (Ponte alle Grazie).
Il premio speciale viene decretato da una giuria composta da cinquecento giovani d’età compresa tra i sedici e i diciotto anni, studenti di cinquanta scuole superiori e quindi riveste, nella mia curiosità, un particolare significato in quanto la scelta operata dai giovani è sintomatica dei loro gusti e interessi ed è espressione di tendenze, preferenze e stati d’animo generazionali (ovvio, tutto ciò nell’ambito della precedente scelta che ha ristretto a dodici la rosa dei candidati). 

Con questa curiosità socio-psicologica ho pertanto letto il romanzo di Rossana Campo, un poco prevenuto rispetto al linguaggio che tanto accomuna il testo alla parlata greve degli  adolescenti.
Possibile che sia soltanto questo il motivo della predilezione dei teenagers?

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L’addio di Antonio Moresco (i-libri)

coverCon il suo nuovo romanzo Antonio Moresco sembra dare “L’addio” al registro delle sue precedenti opere. 

La storia è surreale, vorrebbe – credo – affrontare il difficile tema del male (inteso anche come morte) nel mondo e, per fare questo, viene scelto un genere ibrido tra metafisica e horror.
La città della morte e la città della vita sono un continuum pressoché indifferenziato, un binomio di vasi comunicanti percorribili in modo bidirezionale, senza che ben si sappia quale dei due mondi sia l’antecedente dell’altro.
Narrativamente si parte dalla città dei morti per il tramite di un poliziotto defunto, D’Arco, il protagonista che si carica di un’improba missione: stabilire perché “i bambini della città dei morti si sono messi improvvisamente a cantare”.
Con il suo aspetto da zombie (“Ho gli occhi bianchi. L’iride e la pupilla non si distinguono quasi dalla cornea”), assistito e guidato da un bimbo muto (“Aveva il piccolo cranio rasato, gli occhi spalancati, i denti serrati. Gli circondava il collo una cicatrice che sembrava prodotta da una collana di filo spinato”) che si esprime tracciando scritte (“Io ti porterò là”), D’Arco – in veste di castigamatti - si sposta nella città dei vivi (“Cantano ogni volta che viene ucciso un bambino nella città dei vivi”) e trascorre tre nottate in spedizione punitiva, con epilogo violento nella reggia della luce, che sembra essere il covo del male (“Tutti i tormentatori, i profanatori e i massacratori di bambini si sono dati appuntamento qui, in questa reggia…”). 

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