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Le recensioni di Bruno Elpis

Neve di primavera di Yukio Mishima (qlibri)

Quando torna la neve 

ciliegi

Neve di pimavera” di Yukio Mishima è un’opera colossale, un monumento di psicologismo, di abilità descrittiva, uno spaccato di storia e cultura giapponese.
Ovviamente questo commento non potrà che cogliere soltanto alcune delle dimensioni di un poliedro così composito, mutevole nella forma in relazione alla prospettiva dell’osservatore-lettore. 

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Luigi Pirandello

PirandelloLA CARRIOLA E DINTORNI

Pirandello e la morte.
Non sono io forse viva sempre per te? - Oh, Mamma, sì! - io le dico. – Viva, viva, sì... ma non è questo! Io potrei ancora, se per pietà mi fosse stato nascosto, potrei ancora ignorare il fatto della tua morte, e immaginarti, come t'immagino, viva ancora laggiù, seduta su codesto seggiolone nel tuo solito cantuccio, piccola, coi nipotini attorno, o intenta ancora a qualche cura familiare. Potrei seguitare a immaginarti così, con una realtà di vita che non potrebbe esser maggiore: quella stessa realtà di vita che per tanti anni, così da lontano, t'ho data sapendoti realmente seduta là in quel tuo cantuccio. Ma io piango per altro, Mamma! Io piango perché tu, Mamma, tu non puoi più dare a me una realtà! 

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“La scuola della carne” di Yukio Mishima (Milano Nera)

Mishima

Feltrinelli ha pubblicato un romanzo di Yukio Mishima sinora inedito in Italia: “La scuola della carne”, un’opera che risale al 1963 e descrive la “relazione pericolosa” tra Taeko, donna matura, benestante ed emancipata nel Giappone del secondo dopoguerra, e Senkichi, bellissimo ventenne conosciuto allo Hyacinthe, un locale gay di Tokyo.
Sin dal primo incontro Taeko rimane folgorata dalla carica erotica e selvaggia di Senkichi e con lui instaura un’ambigua relazione sempre condotta sul filo del rasoio: tra l’opportunismo del giovane, il prepotente desiderio carnale che fiorisce in una donna che si credeva equilibrata, la gelosia crescente per un ragazzo sul quale convergono coni d’ombra e sfumature misteriose. 

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Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino (qlibri)

Occhi bambini

ragnatela

Ho riletto l’opera prima di Italo Calvino nell’edizione illustrata da Gianni De Conno e ho assaporato l’interpretazione dello scrittore che - immedesimandosi in Pin, dieci anni di bimbo orfano che vive tra carrugi e osteria - guarda alla realtà con la sensibilità deformata, fantastica ed elementare dell’infanzia.
Pin ha una voce rauca da bambino vecchio”, è “garzone ciabattino” “nella bottega di Pietromagno”, “spia con schifo la sorella sul letto insieme a uomini nudi, e il vederla è come una carezza ruvida, sotto la pelle, un gusto aspro, come tutte le cose degli uomini; fumo vino, donne”. 

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