Le recensioni di Bruno Elpis
Il libro della giungla di Rudyard Kipling (qlibri)
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Oh, zitto, piccino mio, la notte è vicina.
E nere son l'acque che sì verdi scintillavano.
La luna, sui marosi, guarda giù e trova noi
Che riposiamo negli avvallamenti dell'onde mormoranti.
Laddove i cavalloni s'incontrano, lì soffice sia il tuo cuscino;
Oh, mio piccino affaticato, raggomitolati a tuo piacere!
La burrasca non ti sveglierà, né lo squalo ti sorprenderà,
Se tu dormi in braccio ai flutti, che ti cullan lentamente
(Ninna nanna della foca, R. Kipling, Il libro della giungla)
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Rosso caldo di Patrizia Rinaldi (qlibri)
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Cosa vede? Ombre…
Blanca, l’investigatrice ipovedente (“Cosa vede? Ombre”) nata dalla fantasia di Patrizia Rinaldi, in “Rosso caldo” si occupa di un omicidio che, preceduto da strane voci (“Alina restò sveglia a sentire gli spiriti. Erano tornati…”), viene commesso nei sotterranei di un palazzo d’epoca. Urla e lamenti sono percepiti da due anziane donne che abitano nell’appartamento attiguo, oltre che dal guardiano notturno del palazzo. Costui ha una personalità fragile: non regge il colpo (o forse le minacce?) e si suicida. Poi vi è un altro delitto e uno strano ritrovamento complica la scena criminale, perché invia agli inquirenti un oscuro messaggio subliminale…
Il romanzo è interessante perché unisce all’indagine la storia personale dei protagonisti. Tra di questi, ovviamente una parte centrale è occupata dalla sovrintendente, che affida le sue abilità e l’intuizione agli altri quattro sensi.
Rosso caldo di Patrizia Rinaldi (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Festeggiamo oggi il ritorno in libreria di Blanca, l’inquirente che ci ha già affascinato nelle sue precedenti avventure. In questa nuova tappa della saga, Patrizia Rinaldi affida alla sovraintendente, ormai divenuta “d’esportazione” in quanto pubblicata in Germania e in Gran Bretagna, una nuova indagine che ancora una volta viene condotta con “la percezione vigile dei sensi”.
Pantera di Stefano Benni (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Una pantera sul tappeto verde
Il nomignolo di pantera, utilizzato anche linguaggio corrente, è stato affibbiato a diversi personaggi del mondo dello spettacolo: per sottolinearne movenze feline ed eleganti, per connotarne ora l’aggressività, ora la sensualità, ora l’alone di mistero che le avvolge.
Stefano Benni cavalca quest’onda semantica e dipinge la storia di una donna dal passato sofferto, calando l’icona della “Pantera”… in una sala da biliardo: “L’Accademia dei Tre Principi era un vasto sotterraneo scavato un secolo prima… C’erano quarantatré laghi di smeraldo, illuminati da una luce fredda, quarantatré biliardi di marca… Tombe intorno alle quali un’umanità malinconica e disillusa consumava i suoi rimpianti”.