Le recensioni di Bruno Elpis
Onitsha di Jean-Marie Gustave Le Clézio (qlibri)
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Onitsha è la storia di Fintan, un ragazzo europeo che da Bordeaux raggiunge il porto di Marsiglia ove s’imbarca per navigare prima lungo la costa Africana e poi, dopo averne imboccato la foce, lungo il fiume Niger sino a Onitsha, colonia della Nigeria.
Il viaggio si svolge con la madre italiana (chiamata affettuosamente Maou). Corre l’anno 1948.
Scopo del viaggio è incontrare Geoffroy Allen, il padre inglese di Finntan, dirigente di una società petrolifera, che il dodicenne Fintan non ha mai conosciuto.
L’incontro avviene tra i contrasti sociali ed etnici del continente nero, che presto sfociano in una rivolta della popolazione locale.
Paesaggi, miti, leggende dell’Africa si fondono in descrizioni cupe e dalle tinte fosche; probabilmente sono ricordi in chiaroscuro dell’infanzia dello stesso autore, premio Nobel per la letteratura nel 2008.
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Pao Pao di Pier Vittorio Tondelli (qlibri)
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Sentimenti e occasioni
Nel 2005 il regista Ange Lee, con il film “I segreti di Brokeback Mountain”, sdogana un cliché americano e racconta la drammatica passione amorosa tra due cowboy del Wyoming. La storia – tratta da un racconto di Annie Proulx – è ambientata nelle zone rurali e montuose ove imperversa la mentalità più conservatrice degli anni sessanta. Il film ottiene successo di pubblico e numerosi riconoscimenti: dal Leone d’Oro a tre Oscar.
Operazione analoga ha in fondo compiuto Pier Vittorio Tondelli nel 1982 in “Pao Pao”, opera che annienta lo stereotipo del militare integro e virile pur raccontando “una storia di soldati, di gente alta e bella, di eroi da romanzo, impervi, granitici e sublimi”. Una storia di esperienze giovanili ove trova ampio spazio il sentimento: “L’amore è come un dono degli dei che si muove sulle ali del vento sempre inafferrabile e sempre inseguito”.
Un covo di vipere di Andrea Camilleri (qlibri)
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l complesso di Elettra secondo Camilleri
L’omicidio di Cosimo Barletta fa emergere un profilo spregevole della vittima. Donnaiolo perverso e ricattatore (“Nel primo cascione … c’erano ‘na vintina di biste gialle … Supra da ognuna c’era scrivuto un nomi di fimmina …Ammostravano tutte alla stissa picciotta, nuda, in posizioni oscene o mentri faciva all’amuri con Barletta”), in vita praticava l’usura (“Barletta ‘mpristava dinaro a strozzo”) e si era creato molti nemici tra le donne ricattate e le persone strangolate dai debiti.
Di fronte a tale profilo, il commissario Montalbano quasi quasi non sa per chi parteggiare: “… ‘na cosa è mannare ‘n galera a uno che ha ammazzato a un galantuomo e ‘n’autra cosa è mannare ‘n galera a uno che ammazzato a un fitenti farabutto.”
Gioventù cannibale (qlibri)
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Piccoli Hannibal Lecter crescono
“Gioventù cannibale” è un ferocissimo esperimento letterario (degli anni novanta) nel quale diversi autori danno sfogo a impulsi di varia natura, tutti riconducibili alla dissacrazione di schemi e canoni sul piano stilistico, alla demolizione di morale e limiti sul piano dei contenuti.
La prefazione di Daniele Brolli, intitolata “Le favole cambiano” mi ha illuso: “Si sa che il moralismo è quella pulsione sadica che spinge chi ne è vittima a conservare i propri cadaveri negli armadi altrui. Ed è anche l’unica forma di perversione socialmente ammessa, capace di relegare tutte le altre a comparse sul palcoscenico degli atti proibiti. Moralismo e ipocrisia, poi, sono complici e il loro legame indissolubile governa l’universo del pregiudizio”. Ho pensato infatti di trovarmi di fronte a racconti interessanti che magari ripetessero l’esperimento (pur rapportato ai tempi) che Gide compì ne “L’immoralista”. Questa aspettativa in realtà è stata travolta dalla sequenza delle composizioni che realizzano la loro trasgressione con la solita consunta triade (sesso, droga e rock&roll) spruzzata – anzi inzuppata - da un effluvio di sangue che scorre con ritmi e modalità mutuate dalla cinematografia splatter e truculenta. Cosa ci sia di innovativo e trasgressivo nello strumento al quale tutti ricorrono da diversi decenni (direi almeno dagli anni settanta) qualcuno me lo dovrebbe spiegare.