Le recensioni di Bruno Elpis
L’entrata di Cristo a Bruxelles di Amélie Nothomb (qlibri)
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Il senso di Amélie per Ensor
Il volumetto contiene due racconti stralunati e surreali nella prosa tagliente e spigolosa alla quale Amélie Nothomb ci ha abituati.
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“Le città invisibili” di Italo Calvino (qlibri)
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Genio e sperimentalismo
Uno dei romanzi più complessi di Calvino: per contenuti, struttura, influssi e impostazione culturale. Sicuramente un prodotto del suo genio creativo immerso negli sperimentalismi degli anni settanta.
Il contenuto apparente: le città invisibili
Sembra una contraddizione in termini: attribuire l’apparente contenuto a realtà invisibili, le città invisibili. Ma è una costante in Calvino che, fin dalla trilogia de “I nostri antenati”, si è occupato - nell’ordine - di un personaggio fisicamente dimidiato, di un eroe rampante e arboricolo, di un’entità cavalleresca inesistente. Contraddizioni viventi o personificazioni di fantasmi umani.
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“Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams (qlibri)
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Stanley Kowalski e Marlon Brando
Meglio leggere l’opera imprimendo negli occhi le immagini del film (1951) di Elia Kazan, interpretato da Marlon Brando, o vedere il film stimolati dall’opera (di Tennessee Williams) che per prima vinse uno dei due Premi Pulitzer (nel 1948 con “Un tram che si chiama Desiderio”; nel 1955 con “La gatta sul tetto che scotta”) riconosciuti al grande drammaturgo americano?
Comunque si risponda alla domanda, vero è che la vicenda di Blanche Du Bois, trentenne schiava dell'alcool e del sesso che dissimula la sua profonda inquietudine sotto un'elegante, petulante e sofisticata apparenza, è una pietra miliare nella storia del teatro.
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Zoo di vetro di Tennesse Williams (qlibri)
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Siamo fragili come cristalli
Gruppo di famiglia in un interno di Saint Louis, in una vecchia casa ormai fatiscente. I componenti di questa famiglia sono in buon ordine:
Tom Wingfield, giovanotto insoddisfatto del proprio lavoro in un magazzino di scarpe, insofferente alle prediche ossessive della madre;
Amanda, donna sull’orlo di una crisi di nervi (come molti personaggi femminili nelle opere di Williams), abbandonata dal marito e preoccupata in modo patologico per l'avvenire della figlia maggiore;
Laura, timida e complessata (“Vive in un mondo per lei, un mondo di… fragili figurine di vetro…”) per il fatto di essere claudicante:
“Tom: Laura … è nostra e le vogliamo bene. Non ci accorgiamo neanche più che è zoppa.
Amanda: Non dire zoppa! Tu sai che questa parola non la sopporto!”