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Le recensioni di Bruno Elpis

Tutti primi sul traguardo del mio cuore di Fabio Genovesi (qlibri)

Fabio GenovesiL’Italia su due ruote 

Tutti primi sul traguardo del mio cuore” è una retrospettiva romanzata del Giro d’Italia 2013, scritta da Fabio Genovesi che – nello staff del Corriere – parte per un’avventura a tappe in compagnia dell’amico-autista Enzo.
L’autore ricorda il suo amore giovanile per la bicicletta: si era ripromesso di coronare un sogno, quello appunto di partecipare, un giorno, al Giro d’Italia, da protagonista: “All’epoca non l’avrei mai detto che al Giro poteva servire uno scrittore”! La scrittura diventa dunque il modo attivo e personale di vivere un’avventura che appassiona l’Italia intera.

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Tutti primi sul traguardo del mio cuore di Fabio Genovesi (i-libri)

coverLa retrospettiva romanzata del “Giro d’Italia 2013” comincia citando il colonnello Custer (“Non conta quante volte cadi, ma quante volte ti rimetti in piedi”), Dino Buzzati (citazione che non svelo) e Albert Einstein (“La vita è come andare in bicicletta. Per stare in equilibrio, devi continuare a muoverti”). La premessa già indica l’intento di quest’opera, veloce come la rotazione delle ruote della bici da corsa di un campione: vivere l’Italia grazie a un itinerario che combina paesaggi, emozioni, amore per lo sport e per la gente (“Certo la Ferrari è roba di classe, e il Motomondiale è spettacolare, ma l’Italia vera la trovi rappresentata nel suo modo di correre in bicicletta”). 

Tutto nasce da un amore infantile (“Io quando sono grande faccio il Giro d’Italia”), da un sogno (“I sogni sono così, lisci e luminosi, e se ne fregano delle mille meschine esigenze di quella rompipalle che è la realtà”) che “il piccolo Fabio” non può realizzare per meriti sportivi, e allora… “all’epoca non l’avrei mai detto che al Giro poteva servire uno scrittore”! 
Così Fabio Genovesi parte, nello staff del Corriere, con l’amico-autista (più amico che autista) Enzo, per un’avventura a tappe (“Paolo Tomaselli, il vero giornalista inviato dal giornale, ha a disposizione un’altra auto, guidata da un altro autista che si chiama Fabrizio”).

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Addio a Berlino di Christopher Isherwood

cabaret
Sally Bowles, Liza Minnelli
 

Christopher, scrittore in cerca di fortuna, si reca a Berlino e lì insegna l’inglese. Soggiornando nella capitale tedesca dall’autunno del 1930 all’inverno 1932-33, Chris conosce la città e intreccia relazioni respirando le atmosfere minacciose che preludono alla tragedia europea che sta  per scoppiare (“Io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto; non penso, accumulo passivamente impressioni”).

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Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli (qlibri)

coverIl disagio della lettura 

Ho già avuto modo di dire, riprendendo le parole del saggio critico (che ho commentato in precedenza e dal quale ancora una volta attingo) su Pier Vittori Tondelli, che lo scrittore di Correggio è stato variamente definito (“il Bukowski emiliano”, “il fenomeno Tondelli”; l’alfiere della “letteratura generazionale”) e ha impressionato per la “multiforme e polifonica … energia linguistica, espressiva, emotiva”. Quest’ultima qualificazione stilistica è tanto più vera se si  confronta lo stile narrativo impulsivo e concitato degli scandalosi (furono messi all’indice per le bestemmie e la brutalità di alcune scene) “Altri libertini” con l’esposizione intimistica e tormentata di “Camere separate”. 

Altri libertini” è una raccolta di sei racconti su disagi collettivi e inquietudini giovanili degli anni settanta. Nel mio percorso di lettura e commento delle opere di Pier Vittorio Tondelli, fatico a parlare di quest’opera, che mi ha fatto “stare male” (espressione banale, ma efficace) durante i giorni della lettura.

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