Le recensioni di Bruno Elpis
Il regno degli amici di Raul Montanari (i-libri)
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La notizia della pubblicazione dell’ultimo romanzo di Raul Montanari, “Il regno degli amici”, ha riattivato un meccanismo psicologico che, per struttura e modalità, accompagnava – nel mio passato studentesco – l’uscita di un nuovo disco di Lucio Battisti (soprattutto dopo il divorzio artistico da Mogol), quando si combinavano variamente la curiosità (ci saranno nuove sonorità?), il vago timore di rimaner delusi da un mito, la tattile soddisfazione di stringere tra le mani la materializzazione dell’espressione artistica idolatrata (il vinile era un manufatto unico. Ma anche i meno feticisti troveranno bellissima la cover del nuovo romanzo di Montanari).
Sospeso tra istinti antitetici (quello di prolungare l’apnea della lettura per dilatarne il piacere, quello di concludere per interiorizzare e valutare il romanzo), ho affrontato “Il regno degli amici” con un duplice riferimento anagrafico-cabalistico.
Per cronologia e per il tema trattato, “Il regno degli amici” è adiacente a “Il tempo dell’innocenza”: in quest’ultimo si tratta il difficile passaggio dall’infanzia alla pubertà, nel nuovo romanzo i protagonisti sono completamente immersi nell’adolescenza.
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Allegra – La figlia di Byron di Iris Origo (qlibri)
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Un figlio non è un giocattolo!
“Allegra – La figlia di Byron” è la triste biografia che Iris Origo redige per Allegra, figlioletta illegittima che il poeta ebbe da Claire, la sorellastra della moglie di Shelley.
Dopo un viaggio in Europa, con famosa tappa sul lago di Ginevra (“Quando… gli Shelley si trasferirono in un cottage sulla sponda meridionale del lago, Byron li seguì alla Villa Diodati…”), ove il gruppo si trastulla in modo congeniale ai letterati (“A Villa Diodati fecero le ore piccole raccontandosi storie di fantasmi o leggendo ad alta voce, o sentendo Byron recitare Christabel”), Byron ripara in Italia e ripudia l’amante.
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Scena padre (i-libri)
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19 marzo: giornata che la tradizione dedica alla festa del papà. Noi scegliamo di commentare un libro, “Scena padre” (autori vari): una raccolta di racconti che prospetta riflessioni sulla figura e sulla funzione del padre. Il titolo dell’antologia fa il verso a un’espressione in uso nel mondo teatrale, ove la “scena madre” è una delle scene portanti, a volte quella principale. Nella scelta del titolo sembra dunque annidarsi la volontà di valutare se anche il genitore maschio possa esercitare una centralità che natura (“Mater semper certa, pater numquam”), tradizione (“Qualis pater, talis filius” che corrisponde al greco "Da una cattiva cornacchia, un uovo cattivo”) e mentalità (“Pater familias vendax sit, non emax”, “Il capofamiglia deve pensare a guadagnare, non a spendere”) spesso riservano alla mamma.
San Giuseppe in “Sei come sei” di Melania Mazzucco (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
“Sei come sei” di Melania Mazzucco è una storia che affronta i problemi – tanto attuali quanto complicati – della difficile, contrastata paternità di una coppia omosessuale.
L’adolescente Eva ha trascorso l’infanzia con i due genitori di sesso maschile, Christian e Giose, che l’hanno desiderata e amata, in ciò pienamente ricambiati dalla figlia.
Quando Christian muore in un incidente con la moto, il sistema giuridico italiano strappa Eva al genitore superstite, del quale non porta il cognome, e la affida agli zii che vivono a Milano. Ma la ragazza è caparbia e determinata, affronta un viaggio attraverso l’Italia per ricongiungersi a Giose e convincerlo a lottare per riaverla con sé.
In questo commento ci soffermiamo su un particolare: come Christian e Giose maturano la volontà di diventare padri.
L’occasione è fornita da una visita al Szépmuvészeti Muzeum di Budapest. E da un quadro che raffigura l’emblema della paternità putativa: San Giuseppe.
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