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Le recensioni di Bruno Elpis

Supernotes di Luigi Carletti (i-libri)

Kim Jing-Un

In “Supernotes”, Luigi Carletti si occupa di un sequestro internazionale che incontra il silenzio del potere costituito: il rapimento di Kasper (“… è un ex carabiniere e un ex pilota dell’Alitalia… a Phnom Penh fa l’impresario, ma ha anche aperto una sezione italiana dell’isola dell’amore fraterno… Un’organizzazione filantropica”), l’agente segreto che, dopo aver sgominato il narcotraffico con l’Operazione Sinai, si reca in Cambogia per indagare sulle supernotes. 

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L’occhio del leopardo di Henning Mankell (qlibri)

“L’occhio del leopardo” diHenning Mankell è un pendolo di carta, che oscilla tra due estremità: la Svezia e lo Zambia. Il movimento del pendolo mette in risalto le profonde divergenze che il protagonista, Hans Olofson sperimenta nel suo viaggio africano, originariamente concepito per raggiungere la missione di Mutshatsha, sogno  dell’amante suicida (“L’incontro con la Donna senza naso rappresenta una svolta decisiva nella loro vita”), poi tramutatosi in permanenza ventennale nella terra del leopardo. 

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L’occhio del leopardo di Henning Mankell (i-libri)

cover“L’occhio del leopardo” diHenning Mankell è un romanzo che idealmente congiunge il settentrione (Svezia) con il meridione (Zambia) del planisfero grazie al protagonista Hans Olofson che, giunto in Africa per inseguire un sogno, vi rimane per un ventennio, sperimentando sulla propria pelle difficoltà e contraddizioni insite nello scontro di mentalità e culture. 

La trama è un continuo viaggio narrativo di andata e ritorno tra i due poli geografici (“Quando oltrepassa i cancelli della fattoria, pensa a Karlsson delle uova… il mio vicino era un commerciante di uova, pensa. Se qualcuno mi avesse mai detto che un giorno avrei fatto il suo stesso lavoro in Africa, mi sarei messo a  ridere”): il paese natale e il paese adottivo. I ricordi del passato scandinavo si intrecciano con il presente, per esprimere un disagio ambivalente che coinvolge sia le origini, sia il soggiorno africano. 

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Le sultane di Marilù Oliva (qlibri)

coverUn po’ regine, anzi sultane 

“Le sultane” diMarilù Oliva sono tre signore che, alle soglie della quarta età, affrontano l’ossimoro peggiore dell’esistenza: sentirsi ancora tanto vivi, ma essere percepiti dal prossimo nella feroce decadenza (“Non ho nemmeno fatto in tempo a indossare la dentiera e mi vergogno a esibire la mia parlata spoglia”) che il ciclo biologico riserva all’essere umano.
Il nomignolo di “sultane” (“In effetti un po’ regine siamo: regine dei poveri”) è stato appioppato a Wilma, Mafalda e Nunzia (tre grazie, tre parche, tre dolci vecchiette, tre streghe) da Melania, la figlia border-line di Wilma. Quest’ultima ha il ruolo di co-narratrice in capitoli che alternano la prima persona di Wilma alla terza persona della scrittrice. 

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