Le recensioni di Bruno Elpis
Scena padre (i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
19 marzo: giornata che la tradizione dedica alla festa del papà. Noi scegliamo di commentare un libro, “Scena padre” (autori vari): una raccolta di racconti che prospetta riflessioni sulla figura e sulla funzione del padre. Il titolo dell’antologia fa il verso a un’espressione in uso nel mondo teatrale, ove la “scena madre” è una delle scene portanti, a volte quella principale. Nella scelta del titolo sembra dunque annidarsi la volontà di valutare se anche il genitore maschio possa esercitare una centralità che natura (“Mater semper certa, pater numquam”), tradizione (“Qualis pater, talis filius” che corrisponde al greco "Da una cattiva cornacchia, un uovo cattivo”) e mentalità (“Pater familias vendax sit, non emax”, “Il capofamiglia deve pensare a guadagnare, non a spendere”) spesso riservano alla mamma.
Se è possibile trarre una sintesi delle storie contenute nel libro, in esse si profila un uomo-padre incerto, combattuto, sensibile, spesso impegnato nello sforzo d’inquadrare e interpretare adeguatamente il proprio ruolo.
Dopo il frastuono seguito in questi giorni alle diatribe sulla paternità di stilisti, rockstar e governatori, la lettura di questi racconti può essere una modalità più intima e profonda per affrontare un dibattito oggi vivacizzato dall’evoluzione di costumi sociali e pratiche di fecondazione assistita, accantonando i toni accesi dello scandalismo e del sensazionalismo.
Noi cercheremo di condensare alcuni racconti in una frase: operazione tanto suggestiva, quanto rischiosa.
Diego De Silva in “Diventare è capire di essere”: “Un giorno glielo dico (ndr: alla figlia) che quella volta l’ho seguita”.
Andrea Canobbio in “Madrepatria”: “Assistere al dolore del parto… l’importanza della presenza del padre. Ma quando mai.”
Valerio Magrelli in “Essere padre in ventuno strofe”: diventare padre “è un disastro. Il più splendido disastro che ti possa accadere”. E significa “ritrovare se stesso in un altro: tale esperienza è simile a quella provata dal personaggio mitico di Sosia”. Nel racconto si cita anche Chateaubriand: “Mia madre mi inflisse la vita”.
Sandro Bonvissuto in “Rifiuti ingombranti”: “Guardare un figlio è una visione talmente grande che non c’entra nemmeno negli occhi… Ecco perché a volte i genitori non si accorgono di certe cose dei figli, cose che vedrebbe chiunque.”
Marcello Fois in “Tu, me”: “Sei mesi senza mai dormire”.
Ernesto Franco in “Diario del padre”: “Dal figlio al padre non c’è consiglio. Perché non si è mai uomini entrambi nello stesso tempo”. E ancora: “Né figlio né padre. Solo un uomo solo. Perduto nelle generazioni infinite.”
Abbiamo esordito la nostra celebrazione con aforismi latini e scelto citazioni tratte dall’opera segnalata. Per connessione d’argomento, concludiamo questa rassegna con il pre-romanticismo di Friedrich Schiller (“Non è la carne e il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli”), con l’ironia di Mark Twain (“Quando avevo 14 anni, mio padre era tanto ignorante che mi dava fastidio averlo attorno. Ma quando ebbi 21 anni, mi sorprese vedere quanto lui aveva imparato”) e con l’elementare saggezza popolare di un anonimo: “Ogni uomo può essere padre. Ci vuole una persona speciale per essere un papà”.
Bruno Elpis
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