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Le recensioni di Bruno Elpis

Il diritto di morire – Dacia Maraini dialoga con Claudio Volpe (i-libri)

coverAttraverso un dialogo con Claudio Volpe, Dacia Maraini esplora presupposti, criticità e implicazioni de Il diritto di morire (“Vivere è diverso da sopravvivere”). 

Si parte dal concetto del morire (“Ora so che si tratta di un passaggio molto impegnativo”), in una concezione quasi epicurea della morte (“La persona che muore soffre nel transitare da una situazione conosciuta a cui era abituata a un nuovo stato arioso e tranquillo ma sconosciuto e incomprensibile”). 

Segue poi la constatazione che l’evoluzione e i progressi nelle tecnologie hanno ampliato l’orizzonte fisiologico della vita (“Ora sono capaci di tenere in vita i morti pompando un cuore insensibile, facendo circolare artificialmente il sangue nelle vene anche quando il cervello non risponde più a nessuno stimolo”), il che non necessariamente garantisce la vita, come dimostrato da alcuni casi-emblema (“Completamente paralizzati Welby e dj Fabo, in uno stato di coma irreversibile la Englaro”) nella discussione su Il diritto di morire. 

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Maschio bianco etero di John Niven (qlibri)

coverUn’ottima notizia per i pub 

Ho letto Maschio bianco etero di John Niven divertito dalla lettura de Le solite sospette del medesimo autore, senza trarne pari soddisfazione. 

Kennedy Marr è uno scrittore in crisi creativa (“Non scriveva una parola di narrativa da cinque anni”), pur dotato di una sua originalità e poetica (“Kennedy sapeva che ci voleva molto dolore, molta esperienza, per partorire tre o quattrocento pagine di narrativa”). Campa scrivendo sceneggiature a Hollywood, ma la sua vita sopra le righe – scandita in modo sfrenato dalla formula bacco, tabacco e Venere– gli chiede presto il conto. 

Gli giunge inaspettatamente “il premio F.W. Bingham”, che lo cava d’impiccio e d’impaccio. Gli viene attribuito da un college inglese dietro controprestazione (“Il premiato doveva passare un anno a Deeping… per erudire gli studenti”). All’inizio Kennedy storce il naso (“Per un anno, nello stesso campus della mia ex moglie, a insegnare scrittura creativa”), ma poi accetta in quanto “pecunia non olet” e il premio sconfessa clamorosamente il detto “carmina non dant panem”. 

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Una di Luna di Andrea De Carlo (qlibri)

coverLe sue trappole ricattatorie 

Una di Luna di Andrea De Carlo si compone di due parti distinte che poi confluiscono nella scena finale: l’analisi della relazione tra figlia e padre (“Non avevo nessuna voglia di cascare nelle sue trappole ricattatorie”), l’analisi dell’insorgenza di un rapporto di coppia. 

La partecipazione di Achille Malventi, bizzarro ultraottuagenario genitore che ha sempre imposto alla famiglia la propria perniciosa personalità (“La sua aggressività latente sempre pronta a esplodere, che ho poi ritrovato in ogni maschio… anche nei più deboli e frustrati”), al programma televisivo Chef Test è per la figlia Margherita forse l’ultima occasione per ristabilire un rapporto filiale patito in posizione soccombente.
Il viaggio da Venezia a Milano negli studi televisivi tuttavia non consente di raggiungere questo obiettivo. 

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Ogni coincidenza ha un’anima di Fabio Stassi (qlibri)

coverPronto soccorso letterario 

L’arte di Vince Corso  è la biblioterapia (“Di mestiere curo la gente con i romanzi!”) e a lui si rivolge la sorellastra di un vecchio intellettuale afflitto dall’Alzheimer: Fabrizio Baldini ha ormai perso le proprie facoltà, ma recita alcune frasi apparentemente sconnesse: 

“Anche lei è andato a fondo.
Sono ancora qui.
L’orso che mi andava a comprare il giornale.
Per favore, lo faccia un’altra volta.
Dichiaro 28, merda!
Cazzo, che spavento mi sono preso” 

che probabilmente sono ricavate da un libro (“Questo vuol dire caviardage: rendere tutto nero, più nero delle uova di storione. Cavialeggiare”), nel quale si cela la chiave per penetrare il segreto esistenziale di Fabrizio.

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