Le recensioni di Bruno Elpis
Lo strano viaggio di un oggetto smarrito di Salvatore Basile (qlibri)
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La sola idea di salire su quel treno
Lo strano viaggio di un oggetto smarrito descritto da Salvatore Basile è quello compiuto dal diario infantile (“Miniera di Mare, 1° ottobre 1991 – Diario segreto di Michele Airone”) di Michele Airone (“Era tornato a casa con lo stesso treno che lo aveva portato via, lontano, tanti anni prima”), un ragazzo che vive in solitudine nella stazione di Miniera di Mare, capolinea di un treno che ogni giorno percorre un unico viaggio di andata e ritorno verso e da Piana Aquilana (“… Pronto per la partenza del primo e unico treno. Aveva scandito la sua vita sui ritmi della stazione ferroviaria di cui era l’unico custode…”).
Michele ha un ricordo struggente della madre, che si è allontanata da casa quando il figlio era piccolo ed è svanita nel nulla. Nella sua solitudine Michele coltiva la passione per gli oggetti smarriti rinvenuti sul treno (“Trovi gli oggetti, dopo quindici giorni li consegno alla polizia, come da regolamento, poi aspetto un anno… e se nessuno li ha richiesti… ho un conoscente all’Ufficio oggetti smarriti che me li spedisce qui prima che li smaltiscano…”) e patisce un’agorafobia (“Michele tremava. La sola idea di salire su quel treno e lasciare il suo mondo sicuro lo terrorizzava”) che gli impedisce di allontanarsi da casa (“Sentì l’elastico al centro della schiena tendersi con forza e il dolore fu lancinante”). Tutte forme di difesa (“Perché lo fai?… Non lo so…”), reazioni che hanno bloccato l’evoluzione della sua vita.
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Le solite sospette di John Niven (qlibri)
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La tua vita rovesciata come un calzino
Le solite sospette di John Niven sono:
Susan (“Ancora sposata a quella barba di Barry… a cincischiare con il giardinaggio, il pane fatto in casa e il teatro dilettantesco”)
l’amica Julie, inserviente in un ospizio (“Non credevo di finire in un posto simile”)
Jill, donna moderata e timorata di Dio, che sta raccogliendo fondi per consentire al nipotino di affrontare una necessaria operazione chirurgica risolutiva (“La sindrome di De Havilland, più unica che rara”)
Ethel, ultraottuagenaria vispa come un grillo (“Questa carampana ce ne ha di grinta eh!”), irriverente, sicuramente il personaggio più esilarante (“Guarda me: ex stella del teatro e del cinema ridotta a miscelarsi i cocktail chiusa a chiave nel cesso e a rubare le caramelle alle nonnine che dormono”).
Creatura breve di Gabriele Galloni (i-libri)
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Sulle pagine web del nostro giornale ci siamo già occupati di Gabriele Galloni in un precedente articolo che, dello stesso autore, commenta In che luce cadranno (cliccate sul titolo dell'opera per rileggere le note critiche alla silloge, scritte da Angelo Favaro).
Incuriositi dall'entusiastica segnalazione, abbiamo letto i componimenti - densi, epigrammatici, misterici - molecole della Creatura breve che vede la luce in questo mese di settembre carico di colori e malinconie preautunnali. Ed è una luce obliqua e metafisica quella che trapassa i versi di un giovane poeta sorprendente per intuizione, concisione e inquietudine.
Dopo la provocazione iniziale di un Outtake che, come tale, non dovrebbe apparire, ma si manifesta con spirito ribelle, titoli iterativi (Fabula e Pro verbis declinati con il # numerato) si inseguono inframezzati da un interludio che è una galleria di sei ritratti ("Padre Alessandro trucca i morti..." - "Padre Giorgio ha cent'anni..." - "Padre Claudio disseppellisce i corpi..." - "Padre Jonathan C., di Philadelphia./Scoprì per primo la casa del Diavolo..."). Sei profili, non più di sei: "Qui finisce la galleria di ritratti per il poco tempo concesso all'Autore".
Bambinate di Piergiorgio Paterlini
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Bambinate di Piergiorgio Paterlini sfata il mito dell’infanzia concepita come età della purezza e dell’innocenza.
Nossignori, i bambini non sono innocenti, sanno essere davvero cattivi, lo aveva già sostenuto Pasolini: “Il conformismo degli adulti è tra i ragazzi già maturo, feroce, completo. Essi sanno raffinatamente come far soffrire i loro coetanei: e lo fanno meglio degli adulti perché la loro volontà di far soffrire è gratuita. È una violenza allo stato puro” (Pasolini, Lettera a Gennariello),
Dopo cinquant’anni
(Venerdì santo 3 aprile 2015
16 aprile 1965 venerdì santo via crucis)
il narratore – ormai divenuto ricercatore affermato ed espatriato - torna al suo paese natale e viene tempestato dai ricordi (“Quando la Processione, terminato il suo lungo giro, ritorna sbucando da una via laterale, sono ancora lì, paralizzato da questo viaggio nel tempo”) nel venerdì santo (“Un altro Venerdì Santo, cinquant’anni fa esatti”).