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Le recensioni di Bruno Elpis

Non spingete quel bottone – Antologia sull’ascensore, a cura di www.braviautori.com

non spingeteNon spingete quel bottone” è l’antologia  di racconti sull’ascensore curata da Lorenzo Pompeo, che ho conosciuto e apprezzato come autore leggendo il suo romanzo “In arte Johnny”. La copertina è di Roberta Guardascione; i racconti sono intercalati da illustrazioni di Furio Bomben e da fotografie scattate dagli autori.
Di Lorenzo Pompeo è la prefazione: un excursus nella cinematografia, ad esplorare le valenze simboliche e scenografiche dell’ascensore.
Parimenti introduttivo – ma mi verrebbe da dire che è il cuore dell’opera -  è il paragrafo intitolato “Sale o scende?” di Vincenzo Bitti. Con profondità culturale l’antropologo declina le ambivalenze e penetra le allegorie insite nei binomi “salire-scendere” e “movimento verticale-movimento orizzontale”. Ci sono cenni agli antenati storici (le “gabbie di ferro” dei minatori) e letterari (Zola in Germinale) degli ascensori. Bitti, inoltre, contestualizza i racconti selezionati e trova interessanti motivazioni alla predominante interpretazione ‘fantasy/horror’ che è stata data dagli autori al tema del contest.

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Il tempo dell'innocenza di Raul Montanari (Malgradopoi)

il tempo dell'innocenzaL’innocenza è una condizione dello spirito che nella più classica e conservativa delle concezioni rappresenta uno stato originario, tipico del bambino (e addirittura del neonato: “L’innocente” di D’Annunzio!), destinata – ahinoi – alla corruzione per le inevitabili contaminazioni della vita e della società. Concezione vittoriana messa a dura prova già da Freud che, agli inizi del secolo scorso, ha sfatato – scandalizzando la sua epoca – l’idea dell’innocenza infantile con i “Tre saggi sulla sessualità”.
Dell’innocenza, in modo come sempre originale, si occupa anche Raul Montanari nell’ultimo romanzo che ha consegnato alle librerie per la gioia di chi, come me, ama le opere di questo autore. L’innocenza, sembra dire lo scrittore, è qualcosa da conquistare attraverso le peripezie e le sofferenze di uno spirito che si dibatte nella dialettica della vita. “Il tempo dell’innocenza”, in questa accezione così affascinante e contemporanea, diviene allora il futuro: “perché io sono stanco di essere colpevole ed è arrivato il tempo di essere innocente, se sarà possibile”.

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Bagliori cosmici – La poesia nella fantascienza, a cura di www.braviautori.com

bagliori cosmiciLa raccolta di poesie intitolata “Bagliori cosmici” è introdotta nella prefazione di Massimo Baglione (un amante della fantascienza che, lo ricordo, ha pubblicato “Un passo indietro” e “L’animo spaziale”) da un aforisma di H.P. Lovecraft, che allude all’attività creativa come a “un varco … che si spalanchi verso nuovi mondi accessibili solo agli dei”.
Spesso, è vero, la poesia è banalmente concepita come un genere nel quale molti credono che sia sufficiente “andare a capo”. Io non credo che sia sufficiente “andare a capo” per scrivere una poesia. Come tutte le arti, anche la poesia è un insieme di felice intuizione e di tecnica.
Tuttavia ritengo che cimentarsi in un genere (la fantascienza) tradizionalmente legato alla narrativa – e, nell’ambito della narrativa, a quella forse più sperimentale – sia una prova di grande coraggio, motivata anche dal desiderio di “mettersi in gioco”.
È pertanto con spirito di gioco che ho partecipato a questa nuova avventura (interplanetaria, mi verrebbe da dire) e, con pari intento ludico, mi sono accostato alla lettura dei versi selezionati per comporre la raccolta. Salvo poi accorgermi che, in alcuni momenti della lettura ...
http://lettoriautori.altervista.org/recensioni.htm

Strane storie di Gianni Biondillo (Qlibri)

strane storieLe storie narrate da Biondillo in questa raccolta di diciassette racconti sono “strane” in diverse accezioni: perché sono surreali, stralunate, irrequiete. E, soprattutto, lasciano irrequietudine nel lettore, che alza le antenne per captare il messaggio e i retro pensieri di un autore che sembra gioire nello sperimentare.
I racconti si susseguono rasentando toni e contenuti estremi. A volte sembra di percepire la forzatura di una mano intenta a dipingere sfumature volutamente provocatorie. Spesso si coglie la tensione di chi si sforza di immaginare a cosa porteranno le tendenze in atto nella vita di tutti i giorni.
Ad esempio, “L’uomo nell’alto castello” è un incubo creativo (o reale?) di uno scrittore di successo.
“Expo 2015” ha un sapore parodistico. Per i richiami al “Partito della Rosa Camuna”, che con la sua vocazione campanilistica tanto allude a …
“L’ultimo Capodanno” è una specie di rito propiziatorio per allontanare la malinconia dell’obbligo di divertirsi che incombe su tutti (carcerati compresi) nella notte di San Silvestro ...
http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/racconti/strane-storie/