Intervista a Marcello Simoni, autore del romanzo vincitore del premio Salgari e del premio Bancarella 2012
Grazie per aver accettato questa intervista. Ma … un ex archeologo che fa il bibliotecario … è una contraddizione, è “coincidentia oppositorum”, passione per i libri o … che altro?
Gli opposti si attraggono, magari non sempre, ma nel mio caso sì. Grazie alla curiosità e alla passione per i libri e per gli oggetti antichi, sono riuscito a fondere la mia natura di creativo con la formazione di archeologo-saggista.
Questo splendido successo editoriale cambierà qualcosa nella tua vita?
Sostanzialmente, mi farà lavorare di più e con maggiore determinazione. Ma la consapevolezza dei risultati raggiunti non mi cambierà nello spirito.
Come hai vissuto la vittoria del Premio Salgari?
L’essere stati scelti da una giuria tecnica di persone che stimo e rispetto è stato un motivo di grande orgoglio. Altrettanto il trovarsi al fianco di due scrittori di prestigio, vincitori assieme a me.
E quella del premio Bancarella? Come si connota rispetto alla precedente? Ti posso dire che nell'immaginario collettivo il premio Salgari è un riconoscimento alla fantasia e all’avventura, mentre il Bancarella rappresenta la consacrazione ‘commerciale’?
Il Salgari riguarda la narrativa avventurosa (una mia grande passione), ed è facilmente circoscrivibile entro un discorso di stile e di generi letterari. Il Bancarella, giunto ormai alla 60ª edizione, è invece lungi dall’essere meramente assegnato al libro che vende di più. È uno dei tre premi letterari più importanti d’Italia, insieme allo Strega e al Campiello, e si compone di una giuria di librai indipendenti che non si limitano a vendere, ma anche a leggere i libri, quindi a valutarli con il metro dello stile e dell’intrattenimento, non solo del successo. L’aspetto commerciale, dunque, è una sfumatura che va a collocarsi in un quadro molto più ampio e articolato.