“Ti prego lasciati odiare” di Anna Premoli, romanzo vincitore del premio Bancarella 2013 (Malgradopoi)
Il riconoscimento a un romanzo che, in tutta semplicità, celebra una storia d’amore fa riflettere.
Che sia desiderio di fiaba, voglia di romance o fuga nel sogno, probabilmente incarna un impulso diffuso, che sfida l’atteggiamento facilmente sprezzante e pericolosamente intellettuale di chi è pronto a sottovalutare fenomeni come questo: “il primo vero caso italiano di self-publishing fortunato” (Mauro Baudino su La Stampa), un successo “scelto dai lettori grazie al passaparola”.
Io ho letto “Ti prego lasciati odiare” di Anna Premoli e mi sono divertito fino in fondo: ho cercato di smascherare qual è il segreto della piacevolezza di un romanzo che narra una storia d’amore tra due colleghi di lavoro in una banca d’affari. Jennifer, intelligente e ostinata figlia di “genitori alternativi” (“Sono pur sempre la figlia di ambientalisti e pacifisti convinti”); Ian, rampollo di famiglia nobile (“Il conte di Langley…schifosamente, fastidiosamente, oggettivamente attraente”), impegnato a dimostrare il suo valore intrinseco indipendentemente dalla dinastia (“E’ un bel ragazzo, di sangue blu e tutto il resto, ma ho come il sospetto che per lei questo non sia proprio un valore”).