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Il commento di Sharma (Le pagine di Sharma)

SharmaChi è Sharma? Lo apprendiamo direttamente dal suo blog, “Le pagine di Sharma”:  “… Il mio nome è Sharma, unica persona a gestire questo piccolo spazio che, spero, insieme a voi diventi importante.
Il mio grande sogno è racchiudere qui tutte le mie recensioni di libri amati da me e libri scritti da voi. Quindi è uno spazio mio, ma soprattutto riguarda voi tutti o per lo meno coloro che come me per tutta una vita hanno amato, e continuano, ad amare i libri.
Ma andiamo con ordine, sono una laureata in lettere e divoro libri dalla mattina alla sera, finisco uno e ne prendo un altro. Da qualche tempo mi occupo di recensioni e non solo di opere prime, per un sito letterario. Sicuramente qualcuno di quelli che mi conoscono mi staranno leggendo e mi riconosceranno perché ho mantenuto lo stesso nome e a loro do il benvenuto come a voi tutti!
Faccio tutto questo con passione ed onestà, pur sapendo che queste due qualità non pagano, ma voglio e vorrei continuare a crederci per voi che mi leggerete ma anche per me, perché nel bene e nel male ci vivo bene. Non sono una scrittrice ma una lettrice e ci tengo a sottolineare il sostantivo, per questo mi rimetto a voi lettori del mio blog, se mi apprezzerete vi registrerete così da inviarvi mail per annunciare le novità pubblicate nel blog.”

Ecco allora - in bocca al lupo Sharma! -  come Sharma, nel suo blog, ha commentato il mio romanzo.

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IL COMMENTO DI SHARMA A "IL CARNEVALE DEI DELITTI"

L’umanizzazione dell’omicida seriale. Parto dalla fine per poter mettere in risalto l’aspetto che più mi è piaciuto di questo giallo. Non vi voglio raccontare l’epilogo del killer solitario, ma il suo vissuto, le sue pene, le sue angosce ma soprattutto i suoi dolori. Un uomo come tanti, ferito e segnato nell’adolescenza. Due episodi incresciosi e dolorosi che lo segneranno per sempre come un marchio distintivo ma che nessuno può vedere o ravvisare. Lui si camuffa, cerca di affrontare la vita in maniera normale, la vuole vivere nel migliore dei modi possibili, cerca aiuto, cerca di liberarsi del mostro che giorno dopo giorno lo divora e rapisce l’essenza di sé. Questo mostro si chiama depressione, si chiama bipolarismo, si chiama schizofrenia. Difficile uscirne e se questo avviene,  ci si ritrova malconci e segnati. Un alcolista  rimane un alcolista per sempre anche se non beve più e non tocca l’alcool da decenni, allo stesso modo sono tutte le malattie depressive che innescano una coazione a ripetere, diventano dipendenza. Lui sa di essere nel vortice che non lo abbandonerà più.  È  la malattia del secolo, solo le mani di esperti possono salvare con una buona dose di fortuna.
Il protagonista di questo giallo è un omicida seriale, descritto da Bruno Elpis con acume, ponendo l’accento lì dove altri non avevano fatto. Uno studio psicologico tagliente e doloroso che ci fa interrogare da quale parte dobbiamo stare, per coscienza dalla parte delle vittime e per umanità dalla parte dell’omicida. Tante donne uccise in maniera efferata e senza alcun nesso logico fra di loro. Nessuna traccia, nessun elemento su cui indagare, questo è quello che fa impazzire il commissario Giordàn, uomo sagace e riflessivo, con  vivida intelligenza indaga, studia e cerca di mettere insieme i pezzi di un puzzle che sembra non aver limiti. Ama accompagnarsi alle  melodie di Chopin e rilassarsi con la pesca sulle rive del lago di Como. Una nipote saccente ma arguta e frizzante, che riuscirà ad illuminare il commissario, con piccole frasi e battute.
Il nostro scrittore sviscera il male della società affiancando  descrizioni bucoliche sorprendenti e rilassanti – a tratti mi hanno fatto assaporare il mio amato Pascoli.
Come si conciliano le due cose?
Si conciliano con la realizzazione del Carnevale dei delitti. Le maschere sono l’elemento con cui l’omicida vuole farsi notare e le fiabe sono il suo vissuto, il sogno di voler essere/ritornare bambini, sempre coccolati e protetti. Ma quel tempo non può e non deve tornare perché se lo ricerchiamo e lo desideriamo così ardentemente vuol dire che qualcosa di incompiuto è dentro di noi, un qualcosa che non ci fa progredire, crescere e maturare, un percorso della nostra vita fatto di ostacoli , che non abbiamo superato, un percorso non pulito. Così si  porge la mano a far sviluppare una doppia personalità, in continua evoluzione e in continua lotta fra di loro, un Dottor Jekyll e Mister Hyde.

lago di Como

Tutto ciò è questo giallo, insolito e ben articolato, è stato un piacere leggerlo per le riflessioni a cui mi ha condotto, con un po’ di amaro in bocca, pensando a noi esseri umani e alla nostra società, ma soprattutto al nostro eccessivo giudizio senza appello.
Siamo così, vero?
Grazie Bruno Elpis!!! Aspettiamo il seguito…

http://lepaginedisharma.it/review/il-carnevale-dei-delitti/?fb_action_ids=486806551399924&fb_action_types=og.likes&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582

Il commento è stato pubblicato anche in Qlibri:

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:35234/