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Il commento di Daniela a "Il carnevale dei delitti" (qlibri)

Da www.qlibri.it giunge un nuovo commento al mio romanzo, quello di Daniela, in cifra: Dani79.
Ciò che Daniela ha scritto mi ha molto colpito, perché nelle sue parole colgo il desiderio di esprimere i sentimenti e le emozioni che un libro può scatenare (e ovviamente sono ancor più impressionato dal fatto che queste sensazioni siano state suscitate dal mio romanzo).
Così, da lettrice abile e sensibile, Daniela riesce a dare luce al senso dell’oscurità che pervade “Il carnevale dei delitti” e ne ricompone i conflitti con la capacità di pacificazione e di ricomposizione che soltanto i lettori posseggono nell’atto altruistico che li avvicina all’autore.
Grazie Daniela, le foto di questo articolo sono tutte per te. Te le dedico cercando di cogliere il tuo spirito, così come tu hai fatto.

Carnevale di Venezia

LA COGNIZIONE DEL DOLORE

Tutankhamon

"Guardai in fondo al pozzo. Non c'era la luna, quella che desideravo. Dorata, illusoria, suadente.
Contemporaneamente guardai dentro il mio animo. Complessivamente era la stessa cosa. In entrambi i casi, non vedevo il fondo. Era tutto buio."
Delle parole usate nelle 170 pagine di questo romanzo giallo di Bruno Elpis nessuna è superflua, sono tutte egualmente necessarie per comporre la miscela perfettamente calibrata di lirismo descrittivo e suggestione psicologica che avvince il lettore in un plot coinvolgente dall'inizio alla fine.
La storia si dipana ordinatamente seguendo i canoni classici del giallo, senza cedimenti e senza sbavature.
I ritmi non sono certamente quelli serrati propri di molti thriller di fattura soprattutto americana o nordeuropea. Ciò nonostante, Elpis riesce ad esercitare una grande fascinazione sul lettore. La narrazione procede di pari passo con l'indole del protagonista, il commissario Giordàn, uomo riflessivo, solitario, contemplativo, che si avvale della pesca e dei suggerimenti arguti della giovane nipote per giungere alla risoluzione dei casi.
QuetzalcoatlLa scrittura è piacevole, colta senza mai essere affettata o artificiosa. La cifra stilistica di Elpis, perfetta coniugazione di prosa e poesia, si rivela originale e, quindi, facilmente riconoscibile.
"Il carnevale dei delitti" è un libro che lascia dietro di sé una profonda scia emotiva ed è questo, a mio avviso, il maggiore merito dell'abilità creativa di Elpis.
Inquietante è l'oscurità emotiva in cui l'assassino si muove con passo deciso, senza brancolare mai, verso un unico intendimento, vendicare la sua sorte attraverso un disegno fatto di maschere e fiabe. Al lettore è dato vedere il punto di vista dell'omicida, i suoi lividi affettivi, il suo dolore psichico e fisico, entrambi egualmente consistenti, ed infine il male che, nella sua mente, da larva diviene progetto, imbastitura di una fiaba sinistra.
Elpis riesce a disegnare egregiamente l'oscuro stigma dell'assassino, la sua profonda cognizione del dolore, la sua resistenza ossessiva alle ferite della vita, il dualismo flessibile della sua mente: 
"I miei occhi ora sprigionavano un delirio di onnipotenza e lampeggiavano schizofrenici, scomponendo il mio animo dimidiato in due polarità contrapposte.
Il bene, che era il mio desiderio. 
E il male, che corrispondeva alla realtà circostante."
Phersu etruscoEd è con quest'animo paurosamente e dolorosamente disarticolato che l'assassino agirà, seguendo un folle piano purificatore, per realizzare il suo disegno di vendetta circolare.
Quest'ottimo e mai banale romanzo è il primo episodio di una trilogia. Spero vivamente che gli altri due vengano pubblicati al più presto. Io, personalmente, sto ad aspettare.

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:35917/