Il commento di Evablu a "Il carnevale dei delitti"
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- Categoria: Scrivono di me
- Scritto da Bruno Elpis
Da www.qlibri.it un altro gradito, divertente commento. Quello di Evablu, significativo perché scritto da una commentatrice che non ama il genere nel quale il romanzo viene solitamente collocato.
Giallo pastello
C’erano almeno tre motivi per cui questo romanzo avrebbe potuto rappresentare un buco nell'acqua nel mare “piacioso” delle mie letture.
1- Io non amo i gialli. In particolare non sopporto di leggere descrizioni truculente di vittime scannate, trucidate, eviscerate o quant'altro.
2- Disconosco totalmente il nord d’Italia. Nessuna ambientazione letteraria, da Roma in su, potrebbe mai toccare corde profonde ed intime legate a luoghi che ho in qualche modo vissuto o visitato.
3- Non ho mai condiviso troppo le narrazioni con continui cambi di punto di vista; personalmente tendono a disorientarmi e mi mettono di cattivo umore.
Il Carnevale dei Delitti è riuscito ad abbattere il muro di tutte le mie reticenze.
Giallo quel tanto di giallo che basta; un giallo pastello insomma, sfumato e gradevole all'occhio, che, a parte una testa penzoloni ancora attaccata al collo per un lembo di muscoli e pelle (bbbrrr) e qualche sana ed assestata coltellata, non mi ha messo particolarmente a dura prova.
Un giallo sapientemente amalgamato alla psicologia dei personaggi, in quella forma di narrazione che più apprezzo: poetica, profonda, ricca di spunti e di riflessioni sull'animo umano e sul mondo.
Vicenda poi costruita a dovere; inserendo un tassello dopo l’altro su un’impalcatura di punti di vista in continuo movimento ma eccellentemente concatenati. Ed anche se ad un certo punto l’assassino è di facile intuizione, poco importa. Il tutto fa parte del fascino introspettivo del racconto.
Lo stile è elegante, fin troppo oserei. Ma si sposa bene con la profondità del testo e con le meravigliose descrizioni che a tratti riportano luoghi magici e carichi di carisma della nostra bella Penisola; luoghi che mi è sembrato di scorgere con i miei propri occhi.
Forse avrei preferito un Giordàn meno d’un pezzo, con un senso dell’humor più spiccato e la battuta pronta; ecco, questo sì. Pure la nipote, povera figlia: sempre a fare discorsi così seri e pomposi di paroloni. Ma questo è un mio gusto personale, e poco conta se Elpis è riuscito a dare vita ad un lavoro così ben riuscito.
Da leggere, mentre attendiamo il seguito. Sempre che già non ci sia: se è così, chiedo perdono: la mia è stata una lunga assenza.
http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:37097/