Le recensioni di Bruno Elpis
Il cappello del maresciallo di Marco Ghizzoni (qlibri)
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Nebbia in Val Padana
Siamo a Boscobasso (“Un buco di duemila anime in riva al Po”), nel cremonese, un immaginario borgo del quale il romanzo fornisce puntigliosamente una piantina topografica che servirà al lettore per meglio seguire le evoluzioni paesane degli irrequieti protagonisti.
Il liutaio Antonio Arcari, facoltoso cardiopatico, viene ritrovato senza vita alla stazione del borgo. Niente di strano, direte voi… Sì, non fosse che la morte coglie il seguace di Stradivari con le braghe calate, in evidente stato “post coitum” consumato con una delle “belle di notte” che praticano la professione più antica del mondo proprio lì, vicino alla strada ferrata…
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Cambio gomme di S.M. May (qlibri)
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Scala a chiocciola con sorpresa
Grazie a “Cambio gomme” di S.M. May il mio percorso di lettura intitolato “scala a chiocciola” sfida anche la spirale della scala a chiocciola di un’officina meccanica (“… La zona uffici… si trovava su un soppalco. Lara s’incamminò verso una scala a chiocciola che portava in alto…”): siamo in Canada, a Edmonton nell’Alberta, e colei che sale i pioli è Lara Haralds feat. Lara Hearts (“La sua non solidissima carriera di editor – ghost writer – aspirante scrittrice di romance”), che è rimasta in panne con l’auto e, grazie a questo inconveniente, conosce Nathan Cleni (“Decisamente un meccanico che non passava inosservato. Se ti piaceva il tipo alto, solidamente massiccio e sfiziosamente sfregiato”) e Kean Morgan (“No, è qui solo per un cambio gomme”), aristocratico rampollo dell’industria farmaceutica locale.
La scala a chiocciola e altre poesie di William Butler Yeats (qlibri)
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Torri e scale nella terra dei bardi
L’irlandese William Butler Yeats (Premio Nobel per la letteratura nel 1923) è considerato uno dei più grandi poeti del ‘900. “La scala a chiocciola”, pubblicata nel 1932, è opera della maturità che idealmente si ricollega alla precedente raccolta (“La torre” del 1928) attraverso la simbologia prescelta e il dittico virtuale formato da “Navigando verso Bisanzio” e “Bisanzio”.
Yeats, che fu studioso e praticante di scienze occulte, nella sua poesia utilizza il simbolo come strumento concreto per i costrutti ritmici; come lo stesso Yeats dichiarò, la scala a chiocciola rappresenta la spirale filosofica che bisogna percorrere per raggiungere - alla sommità della torre - i livelli finali di solitudine, sofferenza e magia: “In questo libro e altrove ho usato le torri, e una torre in particolare, come simbolo e ho paragonato la loro scala a chiocciola alle spirali filosofiche, ma è quasi superfluo interpretare quello che deriva dal percorso principale del pensiero e dell’espressione. Shelley usa costantemente il simbolo della torre e vi sono spirali in Swedenborg, in San Tommaso d’Aquino e in alcuni scrittori classici”.
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Tra un atto e l’altro di Virginia Woolf (qlibri)
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L’immensità di Virginia nel preludio al suicidio
“Tra un atto e l’altro”, l’ultima opera di Virginia Woolf, è una lettura tanto difficile quanto suggestiva.
Si svolge in zona metafisica (“Erano lontani dal mare. Cento miglia… no, forse centocinquanta”) ricca di eco e presenze anche intangibili (“Sentivano i morti che rotolavano le bocche. Vedevano una dama bianca che passeggiava sotto gli alberi”).
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