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Le recensioni di Bruno Elpis

Will ti presento Will di John Green & David Levithan (qlibri)

La sostenibile leggerezza di Will al quadrato 

Ho scelto “Will ti presento Will” come lettura di evasione da alternare a testi più impegnativi (dai quali peraltro traggo un piacere non certamente inferiore a quello che regalano le letture “leggere”, come il cosiddetto young adult, genere nel quale rientra l’opera di John Green & David Levithan). 

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Bora di Anna Maria Mori e Nelida Milani (i-libri)

coverBora è un ‘quattro mani’ scritto da due autrici: Anna Maria Mori esule, Nelida Milani rimasta in terra d’Istria. Una terra da descrivere con le parole di Umberto Saba: “In fondo all’Adriatico selvaggio si apriva un porto alla tua infanzia. … Era un piccolo porto, era una porta aperta ai sogni.
O con le nostre autrici: “Gente di confine significa anche fragilità estrema. L’Istria ha il profumo di questa fragilità, di un luogo prenatale dove avversione e attrazione, ancora indistinguibili, sono una componente dell’aria stessa.”
Le posizioni delle due autrici sono dialettiche e si completano a dimostrare che la tragedia è una sola. 

Il punto di vista di chi resta 

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L’anima altrove di Anna Maria Mori (i-libri)

coverAnna Maria Mori, nativa di Pola, giornalista già inviata speciale de “la Repubblica”, torna a raccontare il dramma umano dei profughi istriani - impegno che le è valso nel 2009 il Premio internazionale del Giorno del Ricordo, sezione letteratura - con il suo romanzo, “L’anima altrove”.
L’autrice dei pluripremiati romanzi “Bora” e “Nata in Istria” narra la storia della profuga Irene che, dalla psicanalista, afferma: “È una vita che mi porto addosso un disagio che non so decifrare, un disagio che, invece di diminuire, con il passare degli anni sembra persino aumentare.” Indicando sul lettino dell’analista le cause del malessere: nel deficit di appartenenza (“Fingo di appartenere, ma in realtà non appartengo mai fino in fondo”) e nello sradicamento dalle proprie origini (“Non riesco a mettere le radici, e la sola idea di poterle mettere mi dà angoscia, mi provoca il rifiuto”).
La psicanalista indica un metodo: “Per crescere bene bisogna fare pace con la propria infanzia, tornarci dentro.”
In questo stato, l’esule si aggrappa ai ricordi. E alle cose. 

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L’appuntamento di Piergiorgio Pulixi (i-libri)

coverPiergiorgio Pulixi organizza “L’appuntamento” tra l’io narrante e un’affascinante donna (“Lei quanti anni ha? … Quarantotto”) in un elegante ristorante.
Pur trattandosi di un incontro clandestino, non è il solito rendez-vous galante tra innamorati o amanti.
Del resto la donna è tesa (“Cercava solo di mascherare la paura. Disperatamente”), l’uomo le si avvicina e la mette alle strette con la strategia della tensione.
Poi è un crescendo di battute e situazioni con le quali il narratore esercita la sua pressione parossistica, che ha il  corrispettivo nel disagio psicologico e fisico della donna. 

Il trascorrere del tempo incalza, le battute si susseguono seguendo il ritmo della disperazione. La logica dell’appuntamento è diabolica (“Ti minacciano e ti dicono che c’è un modo per fermare quantomeno gli interessi sul debito. L’appuntamento, come lo chiamano loro…”), le mosse dell’oppressore seguono il ritmo sadico dell’assedio sotto gli occhi incuriositi e scandalizzati degli altri avventori del locale (“Di sicuro eravamo al centro dell’attenzione”). 

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