Le recensioni di Bruno Elpis
Gli annientatori di Gianluca Morozzi (qlibri)
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Il palazzo dei matti
Gli annientatoridi Gianluca Morozzi appartengono alla strana famiglia dei Malavolta (“C’è gente strana. Gente che si è sposata tra cugini”).
In questi strani personaggi incappa Giulio Maspero, scrittore di moderato successo, già autore di Zanne e artigli, titolare di una scuola di scrittura con l’ossessione del nuovo romanzo da scrivere: una storia che sfocia nell’assassinio di Kennedy, sulla quale incombe l’incubo della pagina bianca.
I Malavolta occupano cinque dei sei appartamenti di un edificio che si erge in una periferia surreale di Bologna (“Si percepiva davvero un piccolo stacco, tra la parte di strada prima del parco e quella dopo, dove sorgeva il palazzo e scorreva il Reno”) e lì Giulio Maspero, grazie all’offerta di un fumettista, finisce in modo rocambolesco per sfuggire all’endemico problema che lo affligge: sbarcare il lunario, in attesa di agguantare un successo sfuggente ed evanescente.
Il morbo di Haggard di Patrick MacGrath (i-libri)
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Il morbo di Haggarddi Patrick MacGrath riecheggia Follia per l’ambientazione clinica, risulta affine a Grottesco per l’ambiguità del protagonista, anticipa La guardarobiera per il tema della persistenza e della trasmigrazione della passione (cliccate sui titoli dei romanzi per leggere i commenti alle altre opere di McGrath).
Anche ne Il morbo di Haggard, Patrick MacGrathindulge alle descrizioni gotiche e ambienta la vicenda del medico Haggard in una villa (“Elgin cambiò tutto. Mi dette modo di agire”) che sembra costruita sul modello architettonico tanto caro a Lovecraft (“Rimasi a contemplare con crescente meraviglia i tetti dagli spioventi ripidi, i comignoli lunghi, le finestre alte e strette, a sesto acuto, con gli eleganti telai piombati”).
In questo luogo si completa la storia di un amore transizionale (“Oh, James. Ormai ho capito che l’amore, l’amore romantico, adulto, è una sorta di appassionata devozione a un ideale”) che sposta l’oggetto del desiderio da Fanny, affascinante moglie di Ratcliff Vaughan, primario anatomopatologo dell’ospedale ove Haggard intraprende la propria carriera, a James Vaughan, il figlio di Fanny: un pilota di caccia (“Un giovane con l’uniforme della RAF, un sottotenente di prima nomina, con il distintivo di pilota: una figura minuta, dai lineamenti delicati, la testa china per il dolore”) al quale il medico, trasferitosi a Elgin dopo il fallimento del suo tirocinio in un ospedale londinese, racconta non senza difficoltà (“Nessun figlio può ascoltare con distacco il racconto delle infedeltà di sua madre”) il ricordo della donna amata.
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Divorare il cielo di Paolo Giordano (i-libri)
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Divorare il cielo: può essere un modo emozionale e introiettivo di affrontare la vita, certamente intenso e attivo, senza possibilità di compromesso, adatto a chi cerca, con tenacia, di realizzare la propria promessa esistenziale.
Paolo Giordano torna con un romanzo complesso, articolato, molto letterario, ambientato nella Puglia delle masserie, degli ulivi, della scarsità idrica, della tentazione capitalistica di rinnegare la purezza del passato rurale, corrompendola con le contaminazioni economiche.
Teresa, la protagonista di Divorare il cielo, trascorre le vacanze giovanili a Speziale (“A Natale ero ancora in preda alla nostalgia di Speziale”), nella villa pugliese della nonna paterna, che confina con la proprietà ove Cesare e Floriana realizzano una comunità adottiva ispirata a principi religiosi che oscillano tra ispirazioni bibliche, metempsicosi ed ecologismo (“Pensavo che per voi testimoni di Geova fosse proibito… Chi ti ha detto che sono un testimone di Geova?”).
Pasticcio padano di Gaia Conventi (i-libri)
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Qual è la ricetta del Pasticcio padano inventata da Gaia Conventi?
Nell'epoca del trionfo di programmi televisivi culinari nei quali chef e cuochi si atteggiano a divinità che contendono a influencer e opinion leader l’altare di una nuova idolatria, Gaia Conventi combina il suo Pasticcio padano con gli strumenti che le sono congeniali: carta e penna, una buona dose di umorismo, tanta energia, l’amore per la sua città e per i dintorni di Ferrara.
Ma quali sono gli ingredienti di questa ricetta che promette di compiacere prima l’olfatto e poi il gusto?
Provo a sintetizzarli con le tonalità e lo schema di un programma radiofonico che, nella mattinata, cerchi di fornire qualche spunto alla casalinga che non sappia cosa cucinare a mezzogiorno.