Le recensioni di Bruno Elpis
Fight Club di Chuck Palahniuk (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Dal romanzo David Fincher ha tratto un film di grande successo. Molti critici hanno salutato Palahniuk come campione di sperimentalismo e di innovazione letteraria. Io ho letto questo romanzo con un enorme senso di inquietudine. E di ansia.
Tyler Durden è il messia nichilista che ha inventato il Fight Club. “… Fa il cameriere di banchetti, serve ai tavoli di un albergo … e fa il proiezionista …” Da bravo nichilista, Tyler sabota i film perché li proietta “con sparsi qua e là singoli fotogrammi di pornografia”. Sempre da bravo nichilista, anche gli altri lavori li svolge in modo sovversivo: “Cameriere in preda al rimorso ammette di aver contaminato pietanze”. Per realizzare “la nouvelle cuisine dell’anarchia”?
L’inventiva del messia del nulla si realizza in un’iniziativa violenta: la realizzazione dei fight club. “Dopo che sei stato al fight club, guardare football in tv è come guardare pornografia quando potresti fare ottimo sesso di persona”. “E il combattimento va avanti perché io voglio essere morto. Perché solo nella morte abbiamo un nome. Solo nella morte non facciamo più parte del Progetto Caos”.
Zombie e vampiri
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- Scritto da Bruno Elpis
Mentre in ambito cinematografico vengono riproposti gli intramontabili zombie nelle versione edulcorata e patinata di “Warm bodies”, i vampiri da rotocalco della saga di Twilight inanellano un paio di misconoscimenti: “Twilight Saga – Breacking Dawn parte 2” trionfa e fa incetta di razzie (le pernacchie attribuite ai peggiori film) e la splendida Kristen Stewart si aggiudica il poco ambito titolo di “attrice meno sexy” di Hollywood.
Nel tentativo di restituire un minimo di dignità alle più gelide personificazioni del male, attingiamo all’illustre tradizione letteraria e rispolveriamo (termine sinistro, ma armonizzato al tema) non già l’indiscusso sovrano del filone – il celebratissimo Dracula di Bram Stoker – bensì quelli che possono essere considerati i suoi precursori, protagonisti di alcuni racconti che oggi appaiono come preziosi cimeli dell’horror.
Come “Il vampiro” di John William Polidori.
Cani, camosci, cuculi (e un corvo) di Mauro Corona (qlibri)
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Da un autore anticonvenzionale come Mauro Corona (“A differenza di grandi autori del passato - Roth, Pessoa, Hemingway eccetera - io non riesco a scrivere una sola parola da ubriaco. Riesco solo a fare casini, quando ho bevuto, qualche volta anche casini seri”), una raccolta di racconti che ho amato tanto.
Le storie hanno per protagonisti animali, principalmente cani, e la natura in generale.
La natura è armonia: “Lassù … a millecinquecento metri di quota, circondato da pini, larici, abeti bianchi e radure dove di notte bisbigliavano gli spiriti dei boschi, era sicuro di trovare l’armonia che cercava da tempo e che aveva perso per far soldi”. Ma non viene vista in senso idilliaco.
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La cappella dei penitenti grigi di Maurizio Lanteri e Lilli Luini (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Il nuovo thriller storico delle Edizioni Nord, ricco di personaggi e di situazioni, è ben riassunto dagli slogan che compaiono in copertina: “una città ricca di storia e di segreti, una serie di brutali omicidi, una confraternita che nasconde un oscuro passato”.
Ove: la città è Aigues Mortes in Camargue, la serie degli omicidi comincia con l’assassinio della giornalista Deanne Bréchet (“Insisteva, da mesi, per visitare la cappella. Secondo mie informazioni era una giornalista mediocre, in cerca di scandali a buon mercato. Non le interessava certo la storia della confraternita …”), la confraternita è quella dei penitenti grigi, che amministra l’omonima cappella di Aigues Mortes.
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