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Le interviste di Bruno Elpis

Intervista a Nicoletta Bortolotti

Nicoletta BortolottiRingrazio Nicoletta per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Nella quarta di copertina leggiamo che, oltre ad essere redattrice, sei “ghost writer” in una grande casa editrice italiana. Vogliamo spiegare in cosa consiste questo lavoro, magari dissipando i dubbi che aleggiano sui lettori, quando vedono autori di successo sfornare nuovi titoli a ritmo forsennato …
Ho fatto la ghost writer di libri per ragazzi. Il ghost è uno “scrittore fantasma” che scrive l’opera, ma il cui nome non compare in copertina. Nella letteratura per ragazzi questo espediente è utile nel caso si narri di personaggi legati a una serie televisiva o a una property. Se è il personaggio stesso che parla e si rivela ai giovani, la firma di un altro autore sarebbe un controsenso. Alcuni personaggi famosi o dello spettacolo si avvalgono di ghost per raccontare la propria vita. Ma anche scienziati o uomini politici. Loro ci mettono le idee e i contenuti e il ghost li traduce in una forma accattivante per il grande pubblico.

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Intervista a Barbara Baraldi (i-libri)

Barbara BaraldiCome promesso nella precedente intervista, torniamo a dialogare con Barbara Baraldi. E questa volta ci interessiamo del profilo “noir” della sua scrittura.

In generale, che musica ascolti?
In generale ascolto tutti i tipi di musica, senza preclusioni. Dai cantautori italiani alla new wave, punk, rock e metal. In certe giornate la mia colonna sonora è scandita dalla musica classica o jazz. Ascolto musica elettronica, ma i fenomeni di massa che arrivano da oltreoceano proprio non li reggo.

Perché il video e la musica dei Cure ti hanno colpito al punto da scegliere la loro “Lullaby” come ideale colonna sonora del tuo romanzo?
Lullaby è seducente e ossessiva, proprio come volevo risultasse il mio romanzo.

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Intervista a Lorenza Ghinelli, finalista al Premio Strega 2012 con il romanzo “La colpa”

Lorenza GhinelliGrazie Lorenza, per aver accettato di rispondere alle mie domande su “La colpa”. Il tuo romanzo, in quale misura è soltanto pura invenzione?
Un romanzo non è mai pura invenzione, se così fosse non avrebbe nulla di autentico da comunicare. Nei miei romanzi non troverete certo la mia autobiografia, ma non ci andrete neppure troppo lontano.

Nel romanzo, il protagonista Estefan sperimenta nella sua notte d’amore con Alice un gioco erotico-artistico. Hai pensato che il gioco sentimental-cromatico tra Estefan e Alice potrebbe essere uno spunto “creativo” per qualche lettore? Decisamente più provocante delle centocinquanta (50 x 3) “sfumature di grigio”, nero e rosso dalle quali oramai siamo afflitti più che stimolati?
L’erotismo è qualcosa di privato e fortemente creativo, a differenza della pornografia che invece non ha nulla di artistico, ma è solo imitazione. L’erotismo può trarre spunto da ogni cosa, un dipinto, un cibo, un modo di camminare, dal vento e certamente anche da un romanzo.

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Intervista a Franco Forte, autore de "Il segno dell'untore"

Franco ForteGrazie per aver accettato di rispondere alle mie domande. Franco, sei autore, editor, direttore di rivista, sceneggiatore. In quale dimensione meglio ti identifichi? Quale reputi sia l’attività più congeniale al tuo temperamento?
Dato che mi scoccio a lavorare per più di dieci minuti a una cosa sola, direi che queste attività mi sono tutte congeniali, se non altro perché mi permettono di spaziare da un argomento all’altro, da una tecnica di scrittura all’altra, da un tipo di mestiere all’altro. Credo che se dovessi restare relegato dietro una scrivania impegnato in un lavoro solo, morirei per consunzione in breve tempo…

Con Delos Books hai pubblicato “Il prontuario dello scrittore”, un manuale di scrittura creativa per esordienti. Rimandando gli aspiranti scrittori a un’attenta lettura di questo testo, te la senti di fornire in questa sede un sintetico consiglio?
Il consiglio che posso dare agli esordienti è uno solo, nonostante tutto quello che si dica nei manuali di scrittura come il mio Prontuario: leggete. Ma fatelo sul serio, non come imposizione o per ingannare il tempo per cinque minuti al mese. E’ accertato che il 50% di chi scrive legge meno di un libro all’anno. E questi vorrebbero diventare scrittori? Come direbbe Totò: ma fatemi il piacere…

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