Le recensioni di Bruno Elpis
La biblioteca perduta dell’alchimista di Marcello Simoni (Malgradopoi)
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Ignazio da Toledo, già protagonista del precedente fortunato romanzo, è ancora in azione: nella seconda avventura scritta da Marcello Simoni, lo vediamo sfoderare un’ulteriore abilità: “Nessuno poteva sospettare che un semplice mercante di reliquie fosse a conoscenza di certe cose, ma in passato Gherardo da Cremona l’aveva iniziato allo studio degli astri e dell’alchimia”.
Anche per il fatto che “da due generazioni la nostra famiglia serve la casata reale di Castiglia”, Ignazio viene ingaggiato da Ferdinando III, “chiamato il santo”: “… teneva in mano una statuetta bianca a forma di donna e di tanto in tanto la accarezzava con gesti smaniosi, quasi infantili. … Era la famosa Madonna d’avorio da cui il re non si separava mai, neppure in campo di battaglia”.
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La fine del mondo storto di Mauro Corona (qlibri)
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In questo romanzo, premio Bancarella 2011, Mauro Corona porta alle estreme conseguenze un processo – quello di autodistruzione - che oggi è già in stadio avanzato.
Mentre noi speriamo che il processo non sia giunto a un punto di “non ritorno”, Mauro Corona immagina il giorno in cui l’umanità si ritrova senza fonti d’energia: perché petrolio e gas si sono esauriti. Malauguratamente quest’epoca futuribile – per ironia della sorte - coincide con la stagione più difficile da affrontare in assenza di energia: “L’inverno della morte bianca e nera”.
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Viaggio nel ’68 con “L’isola e le rose” di Walter Veltroni (parte seconda)
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Segnalo che il tema qui trattato sembra di grande attualità. Questa la notizia: “L’atollo pagato dagli sceicchi davanti a Riccione”. (La prima parte del commento è stata pubblicata inquesto stesso sito).
L’isola
Come in tutte le altre costruzioni utopistiche, anche l’isola ha una sua struttura. E una sua identità: “Si chiamerà Isola delle Rose. Ci darà anche il pane, ma è per le rose che la facciamo, perché ‘i cuori han fame così come i corpi’.”
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Non tutti i bastardi sono di Vienna di Andrea Molesini (qlibri)
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"Non tutti i bastardi sono di Vienna": lo afferma Don Lorenzo, il parroco, quando ... Scena sorprendente, non può essere svelata!
Il romanzo vincitore del premio Campiello 2011 è ambientato ai tempi della prima guerra mondiale: tra la disfatta di Caporetto e la piena del Piave.
Per lo più la scena si svolge a Villa Spada in terra veneta. Lì una ‘buona’ famiglia spartisce la sua proprietà con gli invasori: i "magnaverze" contraddistinti dal simbolo dell'aquila bicipite.
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