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Le recensioni di Bruno Elpis

L’albatro di Simona Lo Iacono (qlibri)

Un sogno dal quale ci si sveglia morendo 

L’albatro di Simona Lo Iacono è Antonno, un misterioso ragazzino che affianca nell’infanzia il piccolo Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Antonno, del quale sconoscevo l’origine e i motivi per i quali mi era stato messo accanto… l’amore di un re predestinato a morire.” 

Dotato di abilità manuali (“Antonno lavorava con le mani invase dalle sue bellissime cicatrici”), svolge un ruolo complementare come compagno di giochi del futuro scrittore del Gattopardo tra Palermo e Santa Margherita Belice, particolarmente nell’estate in cui una compagnia di attori girovaghi inscenreà “La signora delle camelie”. 

Narrato da due prospettive – quella del passato nel ricordo e quella del presente sul letto di morte – il libro è raffinato, suggestivo, struggente sia nel ricreare atmosfere storiche e letterarie (“Più che l’artiglio del gattopardo, adesso è l’albatro a soccorrermi nella notte”), sia nel fornire un saggio romanzato sullo scrittore del Gattopardo. Molto poetica e sorprendente la rivelazione finale sull’identità dell’albatro Antonno. 

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Il colibrì di Sandro Veronesi (qlibri)

Le cose sono innocenti, Giacomo 

Il colibrì è il nomignolo che Sandro Veronesi escogita per il protagonista Marco Carrera, tanto per le sue caratteristiche fisiche di ragazzo (“Lei è stato molto più basso dei suoi coetanei al punto che sa madre lo aveva soprannominato il colibrì?”), quanto per l’energia che Marco spende a mantenersi fermo di fronte alle disgrazie della vita (“Perché proprio io, rinunciare a tutti questi soldi? Perché proprio io, scampare a un disastro aereo? Perché proprio io, perdere una sorella in quel modo? Perché proprio a me un divorzio così terribile? Perché proprio io, porre materialmente fine alla vita di mio padre? Perché proprio io, seppellire una figlia di ventidue anni?”). 

Con teorie del tutto personali (“Era un equilibrio – l’unico possibile. La teoria dell’occhio del ciclone”), nell’idiosincrasia per la psicanalisi e in un substrato d’infelicità che promana dai genitori  (“L’infelicità loro due l’avevano sempre prodotta, autonomamente, come certi organismi fanno con il colesterolo”), Il colibrì inventaria i reperti familiari (“Si tratta di tutto ciò che resta di una vita e di una famiglia che non ci sono più… Le cose sono innocenti, Giacomo”), ripercorre la collezione delle pubblicazioni Urania del padre, ne conserva  i  voluminosi plastici e assicura i ricordi della madre, affronta l’insolito disturbo psicologico della figlia, che pensa di avere un filo sulla schiena (secondo Il colibrì è semplice suggestione della scherma, per lo psicanalista è carenza nel legame con il padre), resiste alla tendenza ludopatica, pratica l’eutanasia al padre, si occupa di una nipotina orfana dagli occhi alogeni… e molto altro! 

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Sodoma di Frédéric Martel (qlibri)

Una delle chiavi della loro vocazione 

Sodoma di Frédéric Martel è il trattato enciclopedico su vizi privati (tanti) e pubbliche virtù (pochissime) del Vaticano: un’opera che ha suscitato clamore più alla vigilia che dopo la sua pubblicazione.

La teoria di fondo, puntigliosamente enucleata in quattordici regole (1. Il sacerdozio è stato a lungo la via di fuga ideale per i giovani omosessuali. L’omosessualità è una delle chiavi della loro vocazione…”), è che l’omosessualità sia preponderante tra le schiere ecclesiastiche: addirittura sarebbe la chiave interpretativa di tutti gli eventi e le decisioni. 

La teoria viene documentata con interviste e dichiarazioni dei protagonisti (ad esempio, la testimonianza del vescovo Viganò), delle vittime o degli oggetti del desiderio talare (“Il ragazzo arabo, fresco di barcone, è il nuovo modello pasoliniano”), per arrivare sino a Vatileaks (“Paolo Gabriele… il maggiordomo del papa. Il piccolo diavolo sembra abbia fotocopiato centinaia di documenti riservati… L’obiettivo è destabilizzare il segretario di stato Tarcisio Bertone e, attraverso di lui, il papa”) attraverso l’analisi degli ultimi pontificati (da Paolo VI in poi. A dire dell’informatissimo autore, tre degli ultimi cinque papi sarebbero omosessuali). 

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La seconda porta di Raul Montanari (qlibri)

L’attrazione principale della casa 

Attraverso La seconda porta (“L’attrazione principale della casa”) di Raul Montanari l’efebico egiziano Adam s’introduce nell’appartamento che Milo ha appena acquistato. 

Pubblicitario (“Io e Pietro Carminati avevamo fondato la Moca… nel 1997”) dedito al sociale, separato da Elisa (“Lei ormai apparteneva alla storia della mia vita e non più alla cronaca”) dopo un aspro contrasto sull’idea di ricorrere alla maternità assistita, Milo offre ospitalità disinteressata ad Adam, che tuttavia nasconde un passato di scafista, tutt’altro che cristallino (“Quando trovano uno che ha denunciato, lui è condannato”). 

L’investigatore Ric Velardi (“Ehm! E naturalmente non pensi nemmeno di affittarlo, vero?”) aiuta Milo a dipanare il mistero del terrore di Adam (“HAN, Harmattan Avengers Net… una rete di autodifesa dei migranti”). L’esperienza del rapporto con Adam sarà per Milo un’occasione esistenziale unica (“Il modo migliore di rispettare il passato è lasciarlo lì dove sta”). 

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